Sono "on the road" negli USA, in vacanza, ma volevo offrirvi degli spunti di discussione.
Oggi volevo mostrarvi un po' di pizza, sicuramente il cibo italiano più famoso e diffuso nel mondo. A proposito, lo sai che molti americani credono che la pizza sia stata inventata negli Stati Uniti?
La pizza in America è ovunque. Ci sono catene (come Pizza Hut) ma anche tante pizzerie grandi e piccole, gestite da italiani e non. Puoi trovare pizza mediocre, orribile ma anche buona o addirittura sublime.
Ho anche mangiato la prima pizza del mio viaggio in aereo. Volo American Airlines Milano-New York
Abituato alle schifezze che di solito mi propongono in aereo, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla novità (e la pasta frolla offerta come regalo ha concluso degnamente il pasto).
La pizza era un po' gommosa, probabilmente per come l'hanno riscaldata in aereo, ma gli ingredienti erano tutti quelli "giusti":
Certo la pizza appena sfornata è un'altra cosa ma a 10.000 metri di altezza andava bene così.
Negli USA la pizza "standard" sono i "pepperoni" cioè con sopra il salame piccante. Un po' come la margherita per noi. Le pizze qui sono quasi sempre sovraccariche di condimenti spesso a base di carne di qualche tipo. Qui raramente le pizze hanno lo stesso nome che abbiamo noi (quattro stagioni, napoletana, ecc.). Ordini invece la pizza “base” e scegli gli ingredienti da aggiungere, pagando una certa cifra per ingrediente aggiunto. Lo trovo un sistema molto efficiente, che evita quei fogli menù che vanno di moda in Italia con nomi fantasiosi appuntati sulle pizze.
Un'eccezione alla "nomenclatura" della pizzesca è la "pizza hawaiana"
Una ricetta diventa "hawaiana" quando si aggiunge l'ananas (ma notate nella foto l'immancabile carne, magari prosciutto).
Quella sopra è una delle pizze proposte da Blondie's Pizza (fai la pizza, non la guerra) a Berkeley, dove sono tornato per incontrare alcuni amici e recensire i posti dove sono andato come dottoranda parecchi anni fa.
Adesso sono sicuro che stupirò qualcuno: la pizza più buona che abbia mai mangiato l'ho assaggiata non in Italia ma negli USA. Proprio a Berkeley, da Zachary. È una "pizza in stile chicago". Viene anche chiamata "piatto profondo" o "pizza in teglia". È alto non perché l'impasto sia gonfio ma perché è a doppio strato: al primo strato base di pasta viene aggiunta la mozzarella (diversa dall'impasto che si usa in Italia: è più simile a un impasto salato), che viene ricoperta di un secondo strato, molto sottile, di pasta, e sopra questo si mette il pomodoro e gli altri ingredienti. MOLTO pomodoro, come puoi vedere nella foto (i pomodori californiani sono fantastici tra l'altro!)
Viene cotta in padella alta e, come è tipico qui negli USA, proposta in vari formati per sfamare 2-4 persone: la pizza singola qui praticamente non esiste. In pizzeria la pizza è condivisa tra più persone.
Dopo averlo assaggiato, mio figlio mi ha confessato che era la migliore pizza che avesse mai mangiato. Altri italiani che conosco, più tradizionalisti, non apprezzano variazioni sulle ricette tradizionali e storcono il naso. Per me però le tradizioni (che sono solo innovazioni riuscite) sono fatte per essere violate e superate. Come in questo caso (almeno per me).
Per ora ti lascio. Domani mi aspetta un deserto (l'ennesimo). Difficilmente troverò pizza in territorio indiano, ma forse qualcosa di simile alla nostra focaccia (il "pane fritto").
ps benedetto sia il wireless. Adesso negli USA ci si può connettere con il wi-fi (gratis) in tantissimi posti: dai motel, alle catene di caffetterie come Starbucks e persino dai supermercati (Safeway, con il bar interno). E in Italia?
@Stella e zeb... scusa, ma questi affetti estemporanei ti fanno sicuramente schifo. Cos'è questo? "Fate l'amore, non fate la guerra", sì, va bene, ma proprio qui per cominciare a tubare come piccioncini, non mi sembra il caso. E sei già stato ripreso dal Direttore, ricordi? Dai, proviamo a dare a questo blog una parvenza di serietà...
nella psicologia freudiana (di cui so poco o nulla) si chiama rimozione il meccanismo inconscio della psiche, che rimuove, rimuove, spiazza, dalla coscienza pensieri, desideri, ricordi ritenuti inaccettabili e insostenibili dall'Io, e la cui presenza provocherebbe dolore . (con l'aiuto di wikipedia)
In Internet o più precisamente nei blog e blogger, la rimozione potrebbe essere definita come il meccanismo conscio o inconscio della psiche, che rimuove, rimuove, spiazza, dalla coscienza del post del blogger, i messaggi di altri blogger, ritenuti inaccettabili e insostenibili dal ego, e la cui presenza causerebbe dolore? Sei incosciente? e se consapevole?
Scusa bacillo ma chi ti ha chiesto un parere? non siamo stati "presi" da nessuno (e poi chi sarebbe "il Direttore"?) e il tono scherzoso è evidente, anche se non lo capisci, in fondo mi sembra che ci sia già abbastanza aggressività in questo blog .. Quanta serietà ,,,
Ehm, non vorrei sbagliare, Stella, e non vorrei mettermi... "in mezzo" con noncuranza e soprattutto "non richiesto", ma credo che quello di Bacillus fosse anche un "tono scherzoso" "e niente di più. D'altra parte, anche il suo errore di denominazione certamente "deliberato" ("il Direttore", invece del più corretto "il Preside") gli farebbe intendere...
Dai, non farti fregare! IL BIDELLO vi dice (tra un po' finiranno le vacanze, quindi....!!...)
MaRonN'....e ho detto tutto!
Mi considero un 'innovatore', ma app sei di Napoli contattami e andiamo a mangiarci una pizza...quindi parliamone
@ Bacillus, Ciao Bac Saluti da Dublino, come vedi Dublino? con il vino sono davvero incasinati, gastronomicamente parlando in media anche peggio! altro che toccare qui ci vuole un miracolo! @greenemer, Ottime mikecas, farine deboli nei processi di lunga maturazione (anche 2 giorni) producono un impasto acido e con la maturazione sviluppano aromi particolari che rendono così buoni i prodotti da forno realizzati con questo metodo. Scusate la brevità mi aspetta il fisco irlandese appena mi riprenderò mi spiegherò meglio... forse Ok per la Regina Ciao a tutti
Mariano, dai, datti da fare. Nel frattempo, prendo un camion e ti risolvo il problema del vino, ok?
@grenemer Non voglio descrivere uno Chef nel bene e nel male, sembrerebbe l'adulazione o l'invidia.
Chi arriva a quei livelli ha dei numeri, ognuno ha i suoi!
Fatta la premessa prevista dalla legge, posso cominciare a mandarlo a puttane
Lo descrivo come lo percepisco, è uno intelligente, un grande Chef di ieri, ma in senso positivo, c'erano più di Chef così!! è uno che lavora molto, conosce a fondo il prodotto, in maniera più empirica e non scientifica, non si fida dei suoi ragionamenti ma della sua esperienza, e ne ha fatti tanti.
Lo immagino i primi anni di carriera cucinando, come un filetto di manzo impazzito, un giorno controllando vari spessori, per vedere alla stessa temperatura e tempo, che risultati ottiene, il giorno dopo per lo stesso tempo, peso e spessore, diverso temperature. Il giorno dopo, ferma altri parametri, gioca con il tempo di cottura. Ma sebbene in teoria sembri simile al metodo scientifico, in realtà è focalizzato su un risultato specifico e non sulla comprensione di una teoria più generale. Il risultato che cucina carne rossa, "francese" (nel miglior modo possibile) avendo imparato da se stesso, è quel tipo di Chef che io definisco "tignoso" ostinato e testardo (ma non sulle opinioni) tende a risultare, e ottiene esso. Si fida del suo palato, e ha un palato eccellente, i suoi abbinamenti sono sempre perfetti. Ha perso il treno della modernità, forse anche perché non ne aveva bisogno, e forse un po' stanco di correre.
I video che vedete delle sue ricette possono anche ingannare per la loro semplicità, ma devono far pensare che uno Chef cucini in modo "umano". Se si leggono libri per professionisti (oggi sono pochi, si cerca di fare libri per un pubblico più ampio) i libri per professionisti sono fatti di ricette molto brevi, con concetti acquisiti, incomprensibili anche con un vocabolario adeguato.
Quando scelgo una ricetta per la televisione, o per un'intervista, deve avere caratteristiche che la rendano "umana" altrimenti sarebbe "efficace" e quindi incomprensibile, non replicabile.
Pesce e mango, perché no? non poniamo limiti al sapore
Uso il mango, non spesso ma è presente nel mio repertorio, nei dolci, nelle insalate e nei secondi piatti, e anche in un risotto.
Per ragioni di abbinamento (istintivo) vi posso dire che il mango esalta i sapori dei crostacei, oggi ho in menù un'insalata di gamberi, lattuga e maionese al mango (se volete leggete il mio post sulla maionese nel mio blog salutisalatisaltati. wordpress .com)
Avevo in menu una calda insalata di aragosta, con spicchi di pesca bianca cruda, e pesche gialle grattugiate, che poi trovandomi carente di buone pesche, ho sostituito con successo le pesche con il mango.
In sintesi lo ritengo un professionista solido, in grado di incontrare il favore, il gusto, di una clientela più ampia di un Blumenthal, un Gagnaire o un Adrià.
Ma..... Nihil sub sole novi niente di nuovo sotto il sole, ma era, era all'avanguardia.
La mia ultima opinione... Oggi "Lui" è formidabile, ma non è all'avanguardia. Per certi versi, e per l'ambiente in cui opera, la vera avanguardia è Jamie Olivier, anche se non in maniera manifesta.
scusate il testo, non è stato riletto!!! Sono al lavoro e sto correndo!!!
Xesco, tu scrivi che "il miglior modo possibile" per cucinare la carne rossa è "alla francese". Significato cosa? Cosa intendi?
@ Franco 5 anni di post non mi basterebbero per spiegartelo, è una roba cheffistica fatta di piccoli trucchi, ed esperienza, si impara lavorando, in Francia
Forse un giorno ci farò un articolo.
Breaking News il giovane Chef Massimiliano Alajmo, 3 stelle Michelin, ha perso un'occasione per riflettere e informarsi, prima di fare dichiarazioni.
Ha affermato che il glutammato monosodico è altamente tossico per il sistema nervoso e ... bla bla bla
Incredibile, così famoso giovane e già così...
Ti faccio solo un esempio: la cottura "base" della carne sarebbe
bleu sagnant a point cuit bien cuit
Ma non è vero, anzi i "livelli" della cucina lo sono
bleu entre bleu et sagnant sagnant entre sagnant et a point a point entre a point et cuit cuit entre cuit et bien cuit bien cuit
La differenza consiste in pochi gradi di temperatura al cuore lo sgradevole cliente te lo rimanda, dopo il taglio, si vede ad occhio il mezzo “livello” di cottura
Xesco, ti credo. Non solo "a parole": alcuni dei mezzi livelli penso che potrei (forse, eh) riconoscerli anche io. Quello che spesso mi ha fatto arrabbiare in Francia (paese che anch'io amo molto e che conosco abbastanza bene, avendo viaggiato in lungo e in largo per anni) è che quando ti chiedono: "la cuisson?" e tu, forse, rispondi (come faccio di solito) "un punto... sagnante", cioè dando essenzialmente "due" indicazioni, quasi "due estremi di cottura", poi, alla fine, molto spesso lo portano a si "a punto", tendendo spesso a "cuit". E io, io non ho MAI il coraggio di dire niente...
mi sembra che in qualche post passato si parlasse di mettere il ripieno nel bordo della pizza e poi farlo scivolare sul calzone, non avrete dimenticato il CORNICIONE, vero?
è come se lo farei anche io da Chef, se il cameriere, ridendo, mi dicesse che alla domanda sul cuisson l'ospite ha risposto "un punto... sagnant" io penserei: non è francese, ergo> mangia carne come te mangia fuori dalla Francia (con qualche eccezione) ergo> lo mangia ben fatto ergo> un punto ... saignant vuol dire che lo vuole un francese point che equivale a saignant nel suo paese (dell'ospite)
E te lo cucinerei a punto!!
"se il cameriere, ridendo," - lo rimando indietro con l'interprete,
se vuoi stabilire una comunicazione con chi sta a tavola e non in cucina allora devi andare fino in fondo, altrimenti fai le tue cose, ma poi non agisci.
Xesco, sì, ho sempre immaginato una scenetta come la immagini anche tu. E... sono sempre stato disposto a "capire gli altri" (come suggerivi tu stesso, ricordi?). Ma mi incazzo anche io. E io maledico il cuoco. Anzi, mentre sono lì, maledico tutti gli chef del mondo che invece di divertirsi con il cameriere...
Xesco, ah, ho dimenticato di dirti come mi comporto da un po' di tempo ormai. Al cameriere rispondo "BLEU". È già successo che me l'hanno portata... come volevo: "al sangue", un po' più cotta. Hahaha !!
@grish il tuo messaggio ermetico se vuoi farti capire spiegati meglio, mi criticheresti? critichi la scenetta con il cameriere che ride.
Non c'è alcun atteggiamento di sorta, è una simulazione di ciò che può essere accaduto.
Camerieri che parlano lingue straniere, ce ne sono alcuni e lavorano in ristoranti di alto livello dove guadagnano di più.
Se è una critica a me, spiegami.
Personalmente 20 e più anni fa, ho fatto aggiungere la F di Francia a tutti i piatti se l'ospite era francese, altrimenti non erano francesi e ho fatto altri due livelli di cottura.
Ero lo Chef poco più che ventenne del Restaurant du Port di Montecarlo, uno dei 3 migliori ristoranti dell'epoca.
Grazie anche alle mie "F" che hanno permesso agli ospiti francesi e non di mangiare soddisfatti, seduti allo stesso tavolo, mangiando carne a proprio piacimento.
@ Franco quelli che ti servono quando chiedi bleu, saignanti un po' più cotti
A - hanno fatto il ragionamento che faccio io: altri due livelli di cucina, hanno capito dal tuo accento che sei italiano
B -te volevano farla bleu, ma avevano la carne in frigorifero, quindi sono andati "oltre".
Per fare il filetto azzurro bisogna partire da una temperatura ambiente di cucina di circa 30°35°
O vendi molta carne o non rischi di tenerla fuori dal frigo
@ in quell'occasione inventai la mia prima macchina "fantascientifica"
che mi ha permesso di cucinare due o più porzioni di carne contemporaneamente, con cotture diverse
@Xesco Ascolta, due cose. Beh, il primo è che sono sicuro che Grish non avesse alcun intento ironico. È un tipo genuino, senza malizia, ve lo assicuro. Ha una sua lingua, questo è certo... La seconda. Hai parlato di Jamie Olivier e sono curioso di saperne di più sulla tua opinione su di lui. Vuoi?
@ Xesco, ho letto quel post alle 17:15 e quindi sembrava stonato e target. Molto interessante quando spieghi come trattare il filetto ma quando parli di chi sta a tavola sembra che siano F o I + 2 o numeri. Solo un'impressione. Ciao
Xesco, penso che il tuo "caso A" si sia verificato. È possibile che vogliano "incontrare" Italianuzzo; non sanno che sono anni che vado nei ristoranti francesi; quindi io... mi adatto. Infatti mi è capitato che, nei villaggi turistici, quando chiedo l'"onglet" BLEU, anche se sono davanti al cuoco che me lo sta cucinando, quello... tende a cucinarlo quella metà minuto in più, e che dovevo "fermarlo" presto, altrimenti... Eppure, quel cuoco credeva di fare un favore allo Starniero!
@grish 18:25 Scusa ma ti sbagli, ho simulato, come fai nei giochi di ruolo, cosa sarebbe potuto succedere.
Ho scritto che "il cameriere ride"... i camerieri devono sorridere e ridere, a volte esagerano a volte no.
Lo Chef deve cercare di interpretare, senza vedere il cliente in faccia, è un gioco alla cieca.
"F o numeri"... poiché non si può conoscere la biografia delle persone a tavola, sono degli estranei, se non sono ospiti abituali, un sistema di "personalizzazione" del comando può essere quello delle F, oppure altri simili. Mi dispiace che tu non abbia notato l'insolito termine "ospite" io non uso il termine cliente, chi siede al "mio" tavolo è un ospite, sempre.
L'hai interpretato negativamente, capita che non ci sia Chef che non cerchi di rendere felici le persone per cui cucina, la soddisfazione dell'ospite è il driver principale. Ciao
è vero Franco, e non è solo in questa occasione, comunicare è difficile e poi non si vuole sempre la stessa gradazione, insomma se proprio si vuole un oxfilè cucinato in un certo modo bisogna imparare la lingua locale , senza rete.
@Franco 18:42 è esattamente quello che ho detto, il tentativo di accontentare i gusti dell'ospite.
Se fosse uno stronzio (numero chimico 38) lo cucinerebbe secondo i vostri gusti, cercando di convincervi sinceramente che è il sistema migliore.
la prossima volta digli "saignant à la francaise" lo farai felice, gli dimostrerai che apprezzi la cultura gastronomica del suo paese. Avrai fatto amicizia per il resto della vacanza
In ogni caso, vi giuro che - quando chiedo una cucina "blu" - i camerieri di solito mi guardano con notevole stupore, e di solito me lo fanno ripetere. A volte corrono anche il rischio di... spiegarmi che "bleu" significa proprio... ecc. ecc.
ne rido e mi riconfermo amabilmente (sono un "pacialàn", bonario, in fondo); tuttavia, in effetti, la leggera perplessità del cameriere è comprensibile, visto che in Italia, credo di poter dire, non c'è praticamente nessuno che mangi la bistecca "blu", poco meno che cruda. O no? Xesco, cosa dice la tua esperienza?
ok Xesco, ho interpretato negativamente, domani ho otto ospiti (a casa) e praticamente cuciniamo insieme, a volte in questi incontri esce qualcosa di nuovo e anche sofisticato, ma se prendo le redini e voglio tanta cipolla tritata che sembra come l'acqua lo dico chiaro, anche se rendo perplesso qualcuno, non lo faccio mentre gli altri distolgono lo sguardo. Adesso capisco che i vostri ospiti non entrano in cucina e tutto è mediato, interpretato, intorno allo schemino del menù, ma anche loro cercano di orientarsi.
Xesco, il massimo del...divertimento che ho avuto due anni fa, a Rouen, al Ristorante Maison Dufour.
Atmosfera raffinata, pannellature in legno scuro, tavoli splendidamente apparecchiati, ospiti tutti molto ben vestiti, sussurri bassi, atmosfera "ancien" e "chic".
Entriamo, io e mia moglie, in jeans, kway e zaino. Ci fissano, piuttosto male. Stanno per dirci che non c'è spazio, poi esitano un attimo e... disegnano. Ci sediamo, loro portano il menu.
Mia moglie ordina un pesce, non ricordo quale o come fosse cucinato. Ordino uno Chateaubriand. Cominciano a guardarmi con sospetto. La cucina, messieur? Saignante. Mi offrono salsa bernese; no, chiedo a beurre al Maitre d'Hotel. Il sospetto, vedo, sta crescendo. Penso che siano indecisi: o questo bluff, e non ha nemmeno i soldi per pagare, oppure...
Boisson? A questo punto scorro con attenzione una lunga lista di vini da qui a lì. Devono esserci state - non esagero - quattro o cinquecento etichette. Alla fine opto per un Borgogna (eh, sì, Yopenzo, mi piace...), un Nuits Saint Georges che mi ha ispirato, con un prezzo che non era proprio... dopo il lavoro. Vai lì, per una volta vivi!
Ebbene, Xesco, la faro breve: ho mangiato e bevuto con calma, godendomi tutta quella bontà. La cuoca aveva deciso (pensaci un po') di preparare un piatto di contorni apposta per me, fatti al momento, semplicemente strepitosi! Ah, la guarnizione!
Alla fine del pasto il cuoco mi mandò a chiedere se potevo aspettare dieci minuti per il dolce. Ovviamente sì. Ebbene, Xesco, mi ha fatto una torta calda sul momento, con mele e zabaione allo Champagne, e di più non so, che... al momento del conto NON volevano che pagassi. Tanto è stato il piacere di averci ospiti per loro (!!).
Una cosa del genere non è mai più successa!
So che è l'universo in cui vivo!! e avendo il frigo sempre vuoto, se non mangio da me, mangio in un altro ristorante, e vivo l'esperienza dell'ospite. Spesso ne traggo lezioni che poi applico al lavoro.
bleu fa schifo, quindi prendo un morso sulle natiche del primo bue che incocco (porto sempre il sale in tasca).
@ Franco sono sicuro che tu e tua moglie siete due persone squisite!!! Non vorrei portarti via la tua poesia, ma forse pensavano che fossi un critico gastronomico
@yop de gustobus!!! la guancia di un bue vivo non mi ispira!!!
Vi assicuro che un tournedos di filetto di Charolais, fatto bene...o tagliato bene, lasciato a temperatura di cucina, e cotto "blu" è pura poesia
Critico Gastronomico? Sì, l'ho pensato anch'io, e ho avuto "otto" risate. Inoltre, lo sono, giusto? Purtroppo lavoro solo per me stesso. Ma se qualcuno decidesse di assumermi, non mi tirerei indietro!
vero chef, de gustobus...è che a me sotto un certo livello di cottura la carne mi fa schifo
Yopenzo, sei vegetarianooo! Non ricordi? Per mangiare la carne degli animali bisogna prima uccidere gli animali stessi. Che non sopporti. Quindi non sei proprio la persona giusta per discutere di queste cose... vero?
bacillo, mi oppongo: sarebbe come dire che NON si deve parlare di latte. Obiezione, vostro onore!
Tu dici? Quindi ritiro l'osservazione e mi scuso con yopenzo.
@ Franco Ci sono anche paesani goffi... che quelle rare volte che escono a mangiare all'estero.. Conosco un... exCommesso che, essendo in Provenza, per una volta aveva voluto andare in un ristorante del genere al di là delle sue possibilità. Voleva assaggiare la bouillabaisse, giusto per confrontarla con la zuppa di pesce (incomparabile) di sua moglie. Ebbene, dopo l'aperta e imperdibile attesa (durante la quale non si può evitare di rimpinzarsi di pane), finalmente il cameriere mette sul vostro tavolo un'enorme zuppiera piena di brodo di pesce e un pacco di crostini. L'ex impiegato e sua moglie aspettano un po' (sono abituati a vedere il pesce nel brodo), finché arriva il cameriere e fa capire che è ora di cominciare. Boh - si dicono tra loro - si vede che la bouillabaisse sarà questa roba qui. L'exCommesso vorrebbe chiedere istruzioni, il "mode de emploi", ma la moglie: "Zitta, sembriamo i soliti paesani imbranati!" Un po' delusi, per non dire incazzati, gli sprovveduti si mettono a mangiare ea svuotare la zuppiera e il pacchetto di pane: con quello che ci costa non vorrete più avere nulla! A questo punto c'è un'altra ciotola piena di brodo e una enorme fiammenghilla con tre chili di pesce: peccato che la pancia fosse piena di fette di baguette imbevute e non fosse rimasto proprio niente. Come vedi, ci sono casi in cui l'interesse del cameriere è tutt'altro che inutile o invadente: non avrei mai immaginato che UNA portata potesse essere servita in DUE volte.
ex Comm., pensa che nell'attesa di solito distinguo una gerla di crostini con rouille! Anche mia moglie, eh, se no, allora non ci diamo nemmeno il bacio della buonanotte!
exComm, avrei fatto peggio. Ho mangiato anche il brodo e il pesce, ho scolato la bottiglia fino all'ultima goccia e sicuramente, assorto nei miei pensieri, ho pizzicato nervosamente alcune briciole di pane rimaste sulla tovaglia (non si butta via niente, ma che schifo...). Dalla serie: "ecco i morti di fame". Ergo: NON invitarmi MAI a pranzo oa cena.
Come invidio il tuo savoir-faire, Franco.
Sì, bacillo, a me succede due o tre volte l'anno. L'ultima volta, ricordo, lo scorso agosto, piovve quando Dio la mandò... Eh, quanti ricordi...
bacillo, comunque, per il bene ti amo, sei invitato a cena! Quando vuoi! Alè, allora dicono dei genovesi.... Cosa porti?
non mangiare mai il pane nei cestini se la tavola è vuota. MAI, anche se ti portano riccioli di burro salato in piattini ghiacciati: è una trappola! MAI dare questa soddisfazione ai camerieri: arrivano con l'antipasto e sorridono alle briciole sparse sulla tovaglia. Ti serviranno con una tale sufficienza che sembra che ti stiano pagando!
quante cose devo imparare!!
ovviamente, se siete in tavola da venti minuti e ancora rimane solo un cestino di pane e riccioli di burro, potete prenderli con le mani, stenderli sempre con le mani sul pane e strofinare le mani sul tovaglia. E poi protesta che la copertina è sporca e anche i bicchieri.
ex_Comm, ascolta: avevo un'altra moglie che sapeva molto. Prima di una cena fuori si mangiava spesso un bel panino con il salame di Sant'Olcese. A tavola, poi, è stato impeccabile! Fai attenzione ...
E ha anche risparmiato denaro, il che... non ha fatto male. Ma, diciamocelo, lo erano anche altre volte!
@Franco Cosa porto? Che domande... Lo stomaco vuoto e le tradizioni contadine. Soprattutto questi ultimi, che sono così chic. No?
exCommesso, il buon senso vuole che il livello di "scasso" del cliente sia direttamente proporzionale alle cifre riportate sulla Carta. Da Rochat, un paio di anni fa, a un cameriere che mi aveva colpito la schiena per la seconda volta passando, gli ho detto, né troppo forte né troppo basso, che alla terza gli avrei dato un pugno in bocca (sì you me touches encore, je te flanque une potato dans la gueule). La serata è proseguita perfettamente senza ulteriori fastidi.
Bene, dai, porta anche tua moglie. Deve essere una santa per sopportarti! (Devo metterci il vino io? Mah...)
bacillo, il tuo "cosa indosso?" mi induce, dopo che l'antispam mi ha punito invece con un post innocuo, a riferire una breve storia ebraica, con il suo incomparabile umorismo yiddish: "Caro Jesurum, che ci fai qui a Trieste? E da queste parti, dove abito ? " "Faccio un giretto, caro Frankl*, prima di prendere il treno per Gorizia. Dove abiti?" "Vedi là, all'angolo, dove ci sono quei grossi ippocastani e quei grandi cespugli di rose?" "Bene?" "Là, nascosta nel verde, c'è la mia villa." "Woh!" “La prossima volta che vieni a Trieste, vieni a pranzo con noi. Deborah sarà felicissima. " "Te lo prometto fin d'ora." "Fai attenzione, quando entri, ci sono dei gradini e un cancello." "Non ti preoccupare." "Quando arrivi al cancello, spingilo con il ginocchio." "Perché con il ginocchio?" "Non verrai a mangiare con noi a mani vuote."
*originale nel testo, Franco, lo giuro!
@ Franco Per risparmiare basta andare a cena presto: hai meno fame e mangi di meno.
ex-Comm, ottima idea. Ma non ovunque: in Spagna, se andate a mangiare prima delle dieci di sera, troverete i locali chiusi. Idem per il pranzo di mezza giornata (non si può dire: mezzogiorno, eh eh); recentemente, a Salamanca, tra le dodici e mezzo e l'una sono stato bocciato da cinque ristoranti! Nada, apre all'una e mezza. Con le nostre abitudini puoi mangiare a tavola!
(D'altronde a Parigi la catena Hyppopotamus offre spesso il 30% di sconto se si va a cena prima delle 19.30. Ottimo, ero con moglie e figlie, qualche anno fa, e non ci siamo sbagliati un attimo! )
Sì, bella! La conoscevo, ma è sempre bellissima. A Genova, per dire "a mani vuote", si dice "uomo scrollando": rende l'idea. Chissà perché vedo una certa vicinanza singolare tra noi e le usanze ebraiche. Forse?
Yop, il nostro molto dispiaciuto Govi, in una delle sue commedie, invitò qualcuno a pranzo. Lo ha fatto a malincuore, su "ordine" di sua moglie.
"Allora... caro Jack... ti andrebbe di venire a fare penitenza con noi? Beh, dai, ma... NON SCAPPARE, eh, non ti preoccupare!"
"Ma no... nessun problema... perché dici così?"
"Nooo, ma sai, a volte... quando qualcuno è invitato... a volte si infastidiscono, non so... porta qualcosa... capisci?... ma tu no fastidio, eh! disturbi!"
Sì, lo definirei anche "scientifico". Per evitare fraintendimenti, è meglio specificare ogni dettaglio, giusto? "Dai, quando arrivi al cancello, spingilo con il ginocchio..." Anche questo è savoir-faire...
Oracle Jones esausto per molte ragioni (abbiamo tutti le sue cazzate, fatecelo sapere!), Oracle Jones ci prova, ma nulla garantisce...
QUELLO E L'ALCE JONNI
Great Salt Lake' Cibus Camp italiano, giorni frenetici di agosto 2665 aUc (o già lì)
“Laggiù in Arizonaaa! Terra di sogni e chimere! " “Porompompero-pero-pero! Porompompero-pero-pero! " L'Elk Johnny in effetti ha una bella voce baritonale, ben impostata, come un crooner, ma Il tango delle capinere ricorda curiosamente qualcos'altro, e non si chiama nemmeno Elce Johnny più, anche se conserva i lunghi baffi messicani. "Dite qui che ne sono rimasti anche in Arizona, ascoltatemi..." dice la testa di leone della Chimera di Arezzo agitando irrequieta il moncherino della coda. Da quando è arrivato al Great Salt Lake 'Talian Cibus Camp con una chitarra e un coro di quattro più quattro quaglie giganti, Elk Johnny ha preso il nome d'arte di Jonni Moose e The Buffalo's Quayles, e trascorre il tempo partecipando al suo repertorio, incurante del lancinante calore e le reazioni imbarazzanti circostanti. “Se suona una chitarra! Mille capinereee cantano…” “Porompompero-pero-pero! Porompompero-pero-pero! " "Ne sono rimasti anche di 'elle" assicura la Chimera di Arezzo, con la testa di leone "Non ne' ne aveva viste tante anche prima, ma dopo il passaggio dei 'Taliani sono diventate una vera rarità!" "Hanno i capelli castani! hanno la febbre nel cuore! chi va ceeercar fortunaaa! L'amore li troverà! " “Porompompero-pero-pero! Porompompero-pero-po! " "'Ascolta' il coraggio è rimasto della mia 'hoda! E me l'hanno aggiustato appena un secolo fa! Male, ma l'hanno aggiustato per me ... "" Sto meglio 'sì! " la Chimera si intromise con il testa di capra "Quel secolo con un' corna mozzata da quel serpente era proprio 'ui...!" “Sempre stato egoista, o lo sei sempre stato! Pensa alla monotona indigestione del povero serpente…” “Povero serpente si vede! Ce l'hai fatta, stringendo i denti dietro l'orecchio...! Uno scontro di padelle e urla clamorose interrompono il litigio delle teste di Chimera superstiti e coprono Jonni e le sue quaglie. "ACCHI! AMMIA! ATTIA! CORNUTO! AH!"
Se non fosse una faraona Numida Gigans gigans, sarebbe la classica ragazza con una bicicletta troppo grande (e da uomo), penso e considero osservandola sfoderare i denti a sciabola verso l'immensa sagoma di Don Francisco Calderon de la Fuente, che agita le sue mani immense tra di loro e sul loro stesso cranio intatto. “No, non c'era modo di scrollarsela di dosso” conferma Ugo il Capo Tacchino rassegnato, sgonfiando un po' il torace ipertrofico “Avresti potuto correre veloce quanto volevi, ma lei era sempre più resistente, forse di nervi, ma la più resistente fra tutti: prima o poi arrivava sempre, inevitabilmente... "" T'avvert... t'avvert... il bivocale con il trivocalico non..." "PEZZDIGNORANT!" “Eri lì a dire la tua con i tuoi amici, e all'improvviso ti sei ritrovato a dire la tua. Forse anche interessante, ma forse non aveva nemmeno niente a che fare con questo... ma non importa quanto male l'ho trattata o le ho dato la baia, lei è chiara e liscia, per ripeterla la prossima volta... " "Non c'è bisogno di provocare! La radice indoeuropea di “potessisgrugnà” è senza dubbio… ”“ INDUBIANDO COSA? Se potessi farti parlare con i miei parenti Pavoni Pavo cristatus di Persia, impareresti, ZOTICONE che non sei altro..." "Lout? Chiunque sia in mezzo ai tuoi parenti ora! Iodicochetufailafurbae…” “Questa non è certo una buona chiave per poter discutere con Che “scuote i barbigli Ugo” Ammesso che ce ne sia una. Non puoi pretendere di impostare un discorso consequenziale con Quella. O riesci a farla tacere, o dirà sempre e comunque quello che le piace, e se pensa di essere una stronzata, stronza fino alla fine, e se decide di torturarti con saggezza, lei ti torturerà con saggezza fino a quando non dirai basta, anche senza l'onore delle armi... Spara forte, ma spesso al bersaglio sbagliato, e siccome non c'è niente in mezzo, almeno secondo lei..." "CHEPOIFAITANTOILGROSSOAFARTICHARE SCIEF! Ma trovo che, che il polpo sia quello e il polipo stesso perché non dico che il mio miacugin sia un pretendente di pescatore... "" Questa è un'altra sua caratteristica "interviene Chicken Willy" È imparentata con tutti i pennuti case regnanti, ma alla fine è una popolana..." "GENTE A CHI ! Guarda la tua gente, Baggiano! "Democratico, volevo dire!" corregge istantaneamente Chicken Willy, per nulla ansioso di diventare un bersaglio alternativo per Quella. "Beh, quando i gemelli mi hanno magnato, non mi è dispiaciuto più di tanto" commenta la Lupa di Roma, mischiato tra la folla eterogenea che non ha altro da fare, in quell'ansa del Gran Lago Salato "Erano lì appesi da cinquecento anni, ma allora non funzionava così! Solo che avevano circa vent'anni in più, e poi in piedi! Uno in ginocchio, l'altro messo lì così... beh! Ma che schifo volevano insinuare..." "Mia cara signora! interviene l'anziano italiano di nome Cifulus “Vorrei ricordarvi che il Rinascimento pre-controriformatore…” “Il cannibalismo è antico come il mondo” taglia Quello dal tono deciso “Rituale o culinario. Dalle prime tribù che doveva sfamare società segrete con i migliori cervelli. Ma non nemici, intendiamoci! Uno zio di mio cugino che ha una figlia nelle Alpi Aquile mi ha detto... "Svaccato s'a sasso poco più avanti, senatore chef Don Francisco Calderon de la Fuente, si batte le mani sulle ginocchia. "Ma nemmeno bollito, quello lo farò! Altro che foies numides de patois gras! Sullo spiedo di fuoco di fiamma, per spiumarlo ancora vivo, e poi bollito con carota bollita schiuma, così impara ad averla con gli inglesi, tiè!" "Scusi, senatore chef, mi può dire se per il roast beef è meglio il tondo o la coscia?" chiede avvicinandosi a lui il Manza Tamba cade senza una gamba "Perché credo di avere ancora due di deambulatori, uno di cosce, a meno che tu non voglia considerare tali anche le spalle, che poi potrebbero essere tre..." "Cosa? Per il roast beef? Ma avete un forno sottovuoto che cuoce a meno tre? Ve lo costruisco in un attimo, e quanto ai tagli di carne che volete mettere a nostra gentile disposizione, mio adorato amico... "" Intendiamoci" interviene Pedivella LaLince "Sono uno o sono tre? Le cosce, voglio dire: canterbury, oblunghe, stoccolma, cairo, e quanti, poi, sono i pezzi da cui si possono estrarre succulenti arrosti?" "E cosa?" chiede il senatore Chef, entusiasta. "E chi ti dà energia?" una voce esplode nel tramonto che cade rapida sull'immensa distesa bianca.
La notte macchiata di stelle calma il calore del Great Salt Lake 'Talian Cibus Camp, e la voce del crooner di Jonni Moose, accompagnata dalla sua chitarra e dal coro dei quattro più quattro Buffalo Quayles, accompagna i sogni di tutti. “Carissimo Pinocchio, amico dei più lieetiiii giorni” “Porompompero-pero-pero! Porompompero-pero-pero! " "Dì i miei segreti!" “Porompompero-pero-pero! Porompompero-pero-pero! " "Che cooonfidaaavo a teeeee!" “Porompompero-pero-pero! Porompompero-ma-poco! Zan Zan! "
@ Oracle Jones muahahahah applauso applauso applauso applauso applauso
Io sono dell'opinione come si suol dire: gusti e colori non si discutono, ma visto che la pizza è stata trasformata trentamila volte è ancora una pizza? come dice lei, forse, un tortino di pomodoro e altro, ma non certo pizza!! perchè se ci confondiamo allora è meglio importare la mozzarella made in taiwan!! ma è vera mozzarella?? è come comprare un prosciutto di parma prodotto in danimarca o un parmigiano prodotto in francia!!! lasciamo a cesare cosa significa cesare, ecco il mio pensiero!!!!
Buon appetito, allora è vero quando hai fame se magna de tutto!!!!
varriale: di certo non è la "pizza napoletana" infatti si chiama "pizza Chicago". Pizza era in origine un termine generico che si applicava anche a preparazioni molto diverse da quella che oggi chiamiamo pizza (e in alcune regioni esistono ancora "pizze" che non hanno nulla a che vedere con pomodoro e mozzarella)
La cosa più importante è che mi piace molto la "pizza chicago". I nomi vengono dopo il sapore
Oh quanto ti approvo, Dario! Oh quanto ti approvo!
precedente: Pizza, Agricoltura, Hamburger, Supermercato [...]
Sono anni che aiuto pizzaioli e ora voglio aprire la mia pizzeria. Mi dicono che devo fare il corso di ricreazione. Ma non posso lasciare il mio lavoro per un mese per seguire il corso in aula. Sono validi i corsi SAT a distanza. Quello che ho visto su questo sito http://corso-ex-rec-on-line.blogspot.it/ dice che l'esame è a posto. Dunque???
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http://www.rfi.fr/emission/20170223-islande-president-aime-pas-pizza-ananas-reseaux-sociaux
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