Ristoranti cinesi a Roma. i 10 migliori secondo Fine Dining Lovers

2022-10-02 11:59:40 By : Ms. Yanqin Zeng

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Se c’è una cucina internazionale che ha cambiato radicalmente la sua immagine negli ultimi anni, almeno nel nostro Paese, quella è la cucina cinese. Per anni si pensava che fosse tutto un involtino primavera e un riso cantonese, ma questa prospettiva è cambiata, grazie al lavoro di professionisti cinesi della ristorazione, che hanno accettato la sfida di portare in Italia le loro tradizioni regionali e non più solo una versione Las Vegas della loro cucina.

Oggi a Roma gli indirizzi di cucina cinese sono aumentati di numero e qualità, con sapori finalmente non addomesticati al palato italiano e sfide sensoriali fra peperoncino e pepe di Sichuan. Ma anche ristoranti tematici che esaltano singoli piatti della cucina cinese, come il bao o i ravioli. Fra vecchie glorie e novità, fra esperienze “entry level” e sfide livello pro per gli amanti del piccante, ecco i migliori indirizzi in città.

È il ristorante cinese più raffinato di Roma e di recente ha messo a segno i tre mappamondi sulla guida di Roma del Gambero Rosso. Siamo nel quartiere Montesacro e anima del progetto è Jianguo Shu, Jian per gli amici, che da oltre dieci anni ha accettato la sfida di portare in città una cucina regionale e sofisticata. Ad affiancarlo da diversi anni lo chef Zhu Guangqiang, che ha impostato un menù in cui non manca qualche piatto rassicurante per i palati meno avventurosi, ma senza eccedere nelle concessioni. Dalle 18 alle 20 è anche possibile fare l’aperitivo, con i dim sum che arrivano dalla cucina, come i deliziosi ravioli l’uno diversi dall’altro. È possibile anche farsi guidare nella scoperta dallo chef, scegliendo il menù degustazione.

I gourmet della capitale conoscono bene questo ristorante cinese in pieno centro storico, a un passo dal Pantheon. È dal 2005 che qui si fa cultura cinese a 360°, compresa la cerimonia del millenario rito del te. Ed è l’unico ristorante cinese capitolino ad essere presente da diversi anni sulla guida Michelin. Un locale sofisticato dove la “cucina imperiale”, quella dei banchetti, si mescola piacevolmente con quella di strada. I prezzi sono più alti della media, ma la qualità delle materie prime li giustifica ampiamente. Per fare un’esperienza con un budget limitato, il consiglio è di andare a pranzo e approfittare del menù studiato appositamente per la pausa pranzo.

Green T. Via del Piè di Marmo 28, Roma 

Onore al merito: Sonia di Hang Zhou ha reso pop la cucina cinese a Roma. Hang Zhou è forse l’indirizzo più vecchio stile di quelli in questo elenco, qui l’involtino primavera e il riso cantonese ci sono e ci saranno probabilmente sempre. Ma c’è molto di più e soprattutto c’è l’innata capacità di Sonia di crearsi un suo seguito, una rete di clienti affezionati italiani e cinesi che non li abbandona. In più Sonia è un vero e proprio personaggio glamour: ha decine di migliaia di follower, è stata perfino immortalata in una campagna pubblicitaria di Gucci e di recente ha affrontato e vinto la sfida più importante della sua vita, il cancro. Il suggerimento è di scovare nelle pieghe del menù i piatti più autentici e non farsi ingannare dagli animali intagliati nelle carote.  

Hang Zhou Via Principe Eugenio 82, Roma

Questo indirizzo è un po’ border line. L’ispirazione è cinese, ma in versione extrapop e affidata a mani italiane, che hanno puntato molto sull’aspetto visual del progetto. La cucina è affidata allo chef Andrea Massari, che si è concentrato sullo studio delle basi tradizionali (di bao, ravioli e ramen), a cui si attiene con rispetto, ma non manca di concedersi qualche licenza poetica, soprattutto per quanto riguarda i ripieni. L’esempio più calzante sono i gustosi Shumai con vitello alla fornara, pecorino e senape: perfetta crasi di cucina cinese e italica. Da assaggiare il bao con granchio fritto, una delizia.

Baby Bao Piazza Trilussa 40, Roma 

Su via Conte Verde, a un passo da piazza Vittorio, un locale dove ci si sente veramente in un tea&noodle bar in Cina. Un po’ perché la maggior parte degli avventori sono giovani cinesi, un po’ perché è un delizioso locale che segue pedissequamente lo schema dei tea&noodle: piccolo, molto legno, un bancone dal quale si ordinano le pietanze, l’immancabile bubble tea e piatti semplici quanto gustosi. Baozi e “baozetti” sono un’esplosione di sapore, gli spaghetti in brodo si devono mangiare rumorosamente per adeguarsi allo stile del posto, il pane cinese è una vera sorpresa. 

Tea&Noodles Via Conte Verde, 38

In un quartiere come quello di Colli Albani in cui di cinese c’è davvero poco, è nato quasi sotto silenzio da qualche anno questo ristorante il cui nome, Mi, significa riso. Non vuol dire che si facciano solo piatti di riso, anzi, qui la proposta è ampia e variegata, ma non troppo e cambia a seconda delle stagioni e della spesa. Il posto giusto dove chiedere se c’è un piatto del giorno (e questo è un plus), con poche concessioni allo stereotipo di cucina cinese anni ’80-’90. Il servizio sempre garbato, in un ambiente moderno e minimalista, aggiunge un tocco contemporaneo.

Mi Cucina Cinese Contemporanea Via Giovanni Botero 31/33, Roma 

Appena alle spalle della stazione Termini, un locale per viaggiatori senza alcuna pretesa di essere gourmet, ma l’intenzione di sfamare soprattutto gli esponenti della comunità cinese che passano da queste parti. La cucina qui è tanto autentica da essere hardcore, se non avete le papille gustative preparate al massiccio utilizzo di spezie piccanti e pungenti come il pepe di Sichuan rinunciate. Se al contrario è proprio questa la sfida che cercate, pronti a lacrimare con la vera cucina del Sichuan proposta da questo locale senza alcun filtro.

Siamo nella periferia di via Tuscolana, dove, a giudicare dagli avventori, i cinesi non mancano. Specialmente quelli giovani, che mangiano solo cucina cinese con la faccia nel loro smartphone. La presenza è sbilanciata su una clientela giovane, in questo caso, perché la proprietà è di un gruppo di studenti cinesi, che appena sono arrivati in Italia hanno deciso di diventare imprenditori e in poco tempo si sono attestati come riferimento per i loro coetanei e conterranei. Pochi tavoli all’interno, di più all’esterno (ma siamo in piena via Tuscolana), e una cucina del Sichuan parecchio sfidante. Se chiedete un “hot pot”, la tipica zuppa cinese, vi domanderanno quanto la volete piccante. Ma si terranno comunque al di sotto della loro soglia di tolleranza.

One restaurant via Tuscolana 623, Roma

In questo ristorante del quartiere Prati si fa cucina di Hong Kong. Che vuol dire? Che la cucina è cinese e approfitta felicemente di quel melting pot che è l’ex colonia britannica. Nella cucina a vista si può scorgere in azione lo chef Chu Lin Sang, con molti anni alle spalle nelle cucine della baia di Kowloon. Il menù lascia ampio spazio al rito del dim sum ovvero i “bocconcini”, che consentono di assaggiare diverse pietanze. I più tipici sono sicuramente i ravioli, rigorosamente preparati a mano. Per quanto riguarda il reparto dolci, essendo della stessa proprietà, la carta è a cura del vicino Hiromi Cake (pasticceria contemporanea in stile giapponese). 

Un altro cinese tematico e un altro italiano innamorato della cucina cinese. Gianni Catani ha studiato la cucina cinese dallo chef Jing Shan (già chef di Kaiyue, che tuttavia al momento è chiuso), e ha intravisto prima di molti altri la moda dei Dumpling Bar che sarebbe venuta dopo. Catani ha aperto questo locale del quartiere Marconi nel 2017, in cui i ravioli sono appunto protagonisti del menù. La formula è snella, anche se non mancano le concessioni extra-ravioli, ma la matrice cinese autentica resta fondamentale. Cercate di farvi dare un tavolo con vista sulle “macchine umane” che confezionano ravioli a tempo di record e rimarrete impressionati dalla loro maestria.

Dumpling Bar Piazza Antonio Meucci 1, Roma 

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