Linee guida per una sana alimentazione: cosa imparare dal modello brasiliano

2022-05-28 08:53:22 By : Ms. Mercy Du

Redazione Il Fatto Alimentare 24 Aprile 2020 Nutrizione Commenti

Le Linee guida brasiliane per una sana alimentazione del 2014 sono così evolute che sembrano arrivare dal futuro. Si rivolgono in prima persona al cittadino e sono ad un tempo manifesto politico e un modello che merita di fare scuola a livello mondiale. La grafica e il linguaggio sono immediati. Gli alimenti non sono classificati nei classici gruppi alimentari (cereali, frutta, verdura…), bensì in quattro categorie. Si spazia dai cibi non processati o minimamente processati ai cibi ultra-trasformati dall’industria alimentare che  vengono fortemente penalizzati.

Sebbene l’obiettivo delle Linee guida sia la promozione della salute e la prevenzione delle malattie in tutta la popolazione brasiliana, le raccomandazioni si estendono anche alle persone con malattie specifiche. Tuttavia, il ministero della Salute del paese sudamericano evidenzia e considera essenziale in questi casi il ruolo del nutrizionista/dietista per adattare le raccomandazioni alla situazione specifica a supporto del trattamento medico della malattia.

Le Linee guida brasiliane si possono riassumere in quattro raccomandazioni e una regola d’oro.

La regola d’oro è di prediligere sempre alimenti e piatti naturali o minimamente lavorati a cibi ultra-trasformati. Frutta fresca e  bevande acqua e latte al posto di succhi di frutta, bibite zuccherate a base di latte e biscotti ripieni. Cibi preparati in casa (brodi, zuppe, insalate, salse, riso e fagioli, pasta, preparazioni a base di verdura e legumi, torte) rispetto a prodotti che non richiedono una preparazione (zuppe in  busta con additivi, spaghetti o noodles istantanei, piatti pronti surgelati da mangiare come la pizza o i primi piatti, panini, salumi e salsicce, maionese e salse industrializzate, miscele pronte per torte). Orientarsi sui dessert fatti in casa, alposto di quelli industriali.

Un punto interessante delle Linee guida mette in guardia il consumatore da pubblicità e marketing di alimenti il cui obiettivo è vendere, non informare o educare le persone: “cerca di essere critico e di insegnare ai bambini ad essere critici verso tutte le forme di pubblicità e marketing di alimenti”.

Si scoraggiano gli acquisti di prodotti elaborati dall’industria alimentare in maniera chiara e forte: “I cibi ultra-trasformati hanno una composizione nutrizionale squilibrata. Gli ingredienti principali li rendono ricchi di grassi o zuccheri e, spesso, di entrambi. È anche diffusa la presenza di  un alto contenuto di sodio a causa dell’aggiunta di grandi quantità di sale, necessario per prolungare la scadenza dei prodotti e intensificare il sapore o addirittura per coprire gli aromi indesiderati di additivi o sostanze generate dalle tecniche utilizzate durante la produzione o lavorazione”.

Il documento elenca alcune strategie per ridurre i costi dell’alimentazione basata su cibi non processati o minimamente trasformati e come risolvere problemi di mancanza di tempo (un problema ormai a tutti noto). “Con una maggiore padronanza delle tecniche culinarie, sarai in grado di ridurre notevolmente i tempi di preparazione dei cibi. Sarai sorpreso di scoprire, ad esempio, che il tempo necessario per cucinare un delizioso piatto di pasta con salsa di pomodoro e condimenti naturali supera di soli cinque minuti quello necessario per scaldare l’acqua da aggiungere a un pacchetto di noodles istantanei carichi di grasso, sale e additivi.”

Le linee guida brasiliane in materia di politica della nutrizione sono un modello virtuoso. Comunicano in maniera chiara un messaggio che può essere compreso da tutti: “usa cibi semplici, cucinali se puoi e attenzione all’industria alimentare”. Affrontano il problema di una corretta alimentazione e dell’obesità direttamente alla radice (leggi articolo Perchè l’Italia ha i bambini più obesi d’Europa?)

Ci auguriamo in un futuro non molto lontano di vedere le stesse raccomandazioni nelle nostre Linee guida dove invece i cibi ultra-trasformati dall’industria alimentare vengono spesso citati come esempio nelle tabelle di riferimento o nei menù predisposti.

Antonio Pratesi e Abril Gonzalez Campos – Gli autori dichiarano di non aver conflitti di interesse.

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Chiunque desideri farsi seguire da un nutrizionista per un problema di sovrappeso, obesità o per patologie …

Ma voi le avete lette le linee guida italiane? Avete una presa di posizione poco scientifica su quello che si fa in questo paese

Caro Gabriele non solo abbiamo letto le linee guida ma abbiamo letto anche molti altri libri, paper e documenti ufficiali (WHO, WCRF, World Obesity). L’argomento di cui stiamo parlando in questo articolo e nel precedente (https://bit.ly/2VWPGMg) si chiama Public Health, ovvero nel nostro caso, di politiche nutrizionali; un argomento “scientifico” che va oltre le competenze di una persona che studia solo medicina, biologia o nutrizione. Purtroppo ci sono medici/internisti obesiologi che si occupano per anni di obesità dal punto di vista biomedico e non hanno consapevolezza di tutto questo: cioè di come l’industria alimentare condiziona la nostra cultura scientifica, le linee guida per una sana alimentazione e le nostre scelte alimentari. Comunque avremo modo di sviscerare l’argomento in futuri articoli. Consiglio di leggere i libri di Marion Nestle, articoli di James WPT, o documenti pubblicati sul Lancet da parte di professori di Public Health della LSHTM.

Tutto giusto, ma voglio fare una considerazione riguardo questa parte del punto 1: “sono la base di una dieta equilibrata dal punto di vista nutrizionale, gustosa e culturalmente appropriata”. Se questa dieta fosse così GUSTOSA certamente eviterei di farmi del male con prodotti zuccherati, lavorati, pizze ecc. che evidentemente a me risultano ben più gustosi… Ditemi che una carbonara un tiramisù salumi formaggi una pizza farcita è meno gustosa…

Certo che sono più gustosi i prodotti industriali rispetto alle versioni casalinghe perché in genere contengono più zuccheri e grassi, ma se seguiamo i consigli delle linee guide brasiliane possiamo acquisire le abilità e conoscenze culinarie per preparare alimenti altrettanto gustosi con una quantità di zucchero e grassi minore. Ciò che fa la differenza è l’educazione alimentare, che guiderà la nostra consapevolezza dalla scelta degli ingredienti alla presentazione della pietanza e ci permetterà di conoscere le frequenze consigliate dalla piramide alimentare https://bit.ly/2VAlSWP. Una pietanza più condita o che richiede preparazioni più complesse può essere inserita nei weekend o nei giorni di festa.

Un po’ alla volta si può educare il palato, stabilire nuove abitudini, ridurre le porzioni, prediligere alimenti freschi ..:la strada è difficile ma non impossibile e sicuramente ci porterà ad un maggior stato di benessere rispetto alla strada parallela di comprare prodotti già pronti per il consumo.

Gli alimenti che ha citato non sono da eliminare dalla dieta, non sono alimenti ultra-processati come potrebbero essere ad esempio dei cereali colorati da colazione con un 40% di zuccheri aggiunti https://bit.ly/2VWrpWL. Dopo aver mangiato Nutella (56% di zucchero), è difficile apprezzare il piacere di un frutto maturo. Ci sono evidenze che il nostro palato è educabile: più mangiamo alimenti salutari e più ci piacciono https://bit.ly/2VWEgbj. E’risaputo che meno zucchero o sale usiamo, maggiore è la nostra percezione per il dolce e il salato, quindi otteniamo lo stesso effetto salando e dolcificando molto meno. La stessa cosa è valida per i grassi: meno ne usiamo, maggiore è la capacità gustativa di percepirli, e questo si traduce in una diminuzione dei consumi di alimenti come burro, carne, formaggi e uova https://bit.ly/3bEpIDM.

Io in primis ho vissuto la prova di questo tipo di alimentazione… All’inizio mangiavo di tutto e delle cose più buone ne facevo un consumo eccessivo, fino a star male.. Poi leggendo vari testi sull’alimentazione, di cosa sono fatti gli alimenti, cosa fa bene, cosa meno, ho scelto di mangiare bene. Ho avuto effetti positivi fin da subito, certo all’inizio è stato un mezzo sacrificio, ma ne era valsa la pena. Credo che siamo continuamente bombardati da prototipi alimentari stra lavorati, che hanno via via sottratto la scena alla semplicità e alla genuinità di un piatto semplice e per niente processato. Provate a mangiare un piatto di pasta interamente preparato con le vostre mani, con del pomodoro fresco appena fatto, capirete che vale la pena abbandonare il cibo spazzatura che ci circonda. Bisogna tornare alle origini e se non proprio alle origini, tentare di avvicinarsi, riprendere l’abitudine della coltivazione della terra, seguire la produzione di un alimento sin da quando si pianta il seme nella terra, si avrà più soddisfazione a preparare a esempio un semplice piatto di pasta con il pomodoro ottenuto con le proprie mani. In questo momento storico la nostra vera salvezza è ciò da cui ci siamo allontanati: la Terra. Lei e’ l’artefice della nostra alimentazione e del nostro vivere sano. Abbandoniamo i cibi processati e rimpinguati di zucchero, sale, oli, ecc. Riprendiamo l’alimentazione semplice dei nostri avi, ne trarremo beneficio noi e l’intero pianeta. Dobbiamo ricordarci che noi siamo ciò che mangiamo.

Salve, bell articolo, volevo chiedere a quali alimenti ci si riferisce come esempio di cibo ultraprocessato nelle tabelle e nei menu delle linee guida , grazie

Salve Simona, sono presenti biscotti, merendine, snack, fette biscottate.

Sento già il brusio di disapprovazione dei nostri indefessi ragionieri del conteggio delle calorie , proteine vitamine e simili poichè queste linee guida si distinguono per porre l’enfasi non su astrusi calcoli aritmetici ma sui cibisemplici-naturali-poco lavorati per combattere problemi sia di obesità che di malnutrizione. Quindi consumare regolarmente i pasti, meglio se in buona compagnia, scegliere alimenti freschi e vari, essere molto moderati nell’impiego di sale, oli e altri grassi, zucchero, evitare gli alimenti lavorati e limitare quelli pronti da consumare. Si valorizzano i giusti tempi e gli spazi appropriati alla preparazione dei pasti e al loro consumo che sono tutti pilastri del corretto stile di vita, in caso scegliendo con attenzione anche i negozi di alimentari e i ristoranti. Si consiglia, inoltre, di imparare a decodificare criticamente i messaggi pubblicitari legati al cibo che tanti danni procurano ai consumatori, che in questo campo non sono così solerti e attenti alle “fake news” dei venditori. Come ben spiegato in altri commenti a questo articolo , con tempo e pazienza ci si può affrancare dalla tirannia di sale-grasso-zucchero che tanto affascinano il nostro palato.

Buongiorno, le linee guida brasiliane possono anche essere ottime, però poi la realtà brasiliana che vedo io personalmente in Brasile, soprattutto nel Nord-Est del Paese, mostra un quadro decisamente preoccupante e differente. Grandissimo consumo di bibite fin dai primi anni di vita dei bambini, scarsa educazione alimentare e di conservazione degli alimenti, molto consumo di cibi di strada e quindi grande obesità di bambini e adulti. Purtroppo i supermercati, anche nei piccoli paesi, ormai offrono molti prodotti processati e di scarsa qualità nutrizionale, le famiglie hanno sempre meno tempo e voglia di preparare un cibo il più possibile salutare. Speriamo bene per il futuro… Matteo

Proprio in questo sta la speranza di un futuro migliore , le leggi sono un pò come il DNA che riceviamo alla nascita e i comportamenti individuali sono l’espressione che interpreta i geni e fa funzionare una cosa e inibire un’altra. Ci possono essere leggi ottime e comportamenti contrari , e leggi pessime con persone che le combattono e vogliono cambiarle …..in ogni caso le scelte personali sono sempre indispensabili.

Sintesi: 1. Buonsenso (first) 2. Giuste conoscenze scientifiche (then).

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