Di Greta Thunberg, voli aerei e concerti in Central Park - Scienza in cucina - Blog - Le Scienze

2022-05-28 09:00:12 By : Mr. Wang Le

Ho un’automobile. La uso ogni giorno per andare al lavoro, per fare la spesa, per andare a trovare mia mamma nel paese vicino, per andare al cinema o dal medico, per accompagnare i figli di qua e di là, per le vacanze. Insomma, per vivere. E abitando in un piccolo paese senza neanche una stazione ferroviaria non riesco neppure a pensare come sarebbe sconvolta la mia vita se non potessi guidarla.

Mentre schiaccio il tasto “pubblica” per mettere online questo articolo sto prendendo l’aeroplano per andare in Sardegna. A maggio ho volato fino a Bari dove ho tenuto una conferenza divulgativa a Cassanoscienza, e a febbraio sono stato a Londra per l’Educon, una riunione mondiale di divulgatori ospite di YouTube. Se questi tre voli li posso, con un po’ di elasticità, classificare come “lavoro”, non posso fare lo stesso per il viaggio precedente: esattamente un anno fa ero New York per il concerto di fine carriera di Paul Simon. Mi ero perso lo storico concerto in Central Park di Simon & Garfunkel del settembre 1981 (ero al liceo all’epoca) e non potevo certo mancare l’ultima occasione di vedere dal vivo uno dei miei idoli musicali. Certo ci ho attaccato anche degli appuntamenti di lavoro, ma ecco, non fosse stata l’ultima occasione per avere la pelle d’oca sentendo “American tune” al Corona Park (avete presente “Goodbye Rosie, the queen of Corona”? ecco) non sarei andato a New York in aereo.

Oggi è venerdì 27 settembre 2019 e in questo momento moltissimi studenti sono nelle strade a protestare perché probabilmente gli è stato scippato il futuro. Un futuro dove avrebbero potuto prendere felici un aereo per andare a fare l’Erasmus all’estero e tornare ogni tanto a casa, o più semplicemente prendere l’auto per andare a una grigliata con gli amici a mangiare costine e salamelle. Il tutto con un costo limitato e senza avere dei sensi di colpa. E senza neppure nominare le mille conseguenze pratiche, anche potenzialmente catastrofiche, che un innalzamento delle temperature medie porterà nelle nostre, e loro, vite.

Il mio volo A/R per NY ha prodotto 1,6 tonnellate di anidride carbonica (CO2). Anche tralasciando gli altri tre voli, ma aggiungendo le 2,4 tonnellate di CO2 (sono stime ovviamente) prodotte in un anno dalla mia auto, sono già ampiamente al di sopra del tetto massimo di 2,1 tonnellate pro capite di CO2 che dobbiamo raggiungere entro il 2050 se vogliamo mantenere l’aumento di temperatura del nostro pianeta sotto i 2 °C. E questo tralasciando tutti gli altri miei consumi.

Nel 2017 Greta Thunberg non aveva ancora iniziato a protestare, e di questi temi non si parlava quasi mai sui giornali. “Nessuno vuole più sentire parlare di ambiente e riscaldamento globale” si lamentava un collega divulgatore esattamente due anni fa alla riunione annuale dei divulgatori scientifici che si tiene a Strambino, piccolo paese vicino a Ivrea. Di quei paesi dove, appunto, se non hai l’automobile sei morto. È quindi probabile che non abbiate letto di un articolo del 2017 (molto discusso e ripreso sulla stampa estera), pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, dove si parla delle possibili scelte personali che ognuno di noi può intraprendere per ridurre la propria impronta carbonica, le tonnellate di CO2 che le nostre azioni, ma dovrei dire la nostra vita, riversano nell’atmosfera.

“Il modo migliore per ridurre la nostra impronta carbonica ci viene nascosto dai governi”. Titolava una rivista. Se l’avessero scritto tutto in maiuscolo, con qualche 11!1! in fondo sarebbe sembrata la solita spazzatura complottista che gira sulla rete. Ma era un titolo della prestigiosa rivista Science. L’articolo originale si focalizza sulle scelte personali e non su quelle collettive, perché queste ultime richiedono tre cose che purtroppo scarseggiano: tempo, consapevolezza e consenso sociale. Perché i cambiamenti collettivi che ci vengono prospettati, banalmente, per essere messi in atto devono essere socialmente accettati, dopo aver acquisito sia la consapevolezza del problema che quella delle conseguenze economiche delle possibili azioni. E serve tempo. E se non si inizia ne servirà sempre di più.

I cambiamenti individuali invece possono essere attuati immediatamente senza contrattazioni sociali, politiche ed economiche. Almeno in teoria. Avrei potuto ben scegliere di perdermi l’ultimo concerto di Paul Simon ma non posso, io, decidere di impiantare un parco eolico da qualche parte, o una centrale nucleare, o di chiudere un’acciaieria, o di tassare pesantemente i viaggi aerei.

Richiamarsi all’autorità della scienza sperando che i cambiamenti collettivi possano avverarsi magicamente, senza un consenso diffuso, oltre che essere ingenuo, è totalmente inutile. Ed è stupido chiedere a Greta Thunberg e a chi protesta le soluzioni a questo casino. Sono giovani. Io alla loro età avrei riempito il mondo di centrali atomiche. Poi ho capito che le cose erano un po’ più complicate e quindi non faccio neanche la chiosa “se l’avessimo fatto non saremmo in questo casino.”, perché davvero non lo so, anche se continuo a rimanere a favore dell'energia nucleare. Probabilmente lo saremmo lo stesso. È tutto molto più complicato di quello che uno vorrebbe.

Lo stesso anno del concerto in Central Park di Simon & Garfunkel, il 1981, ho iniziato a leggere Le Scienze (e anche la defunta Scienza e Vita Nuova). Ero al liceo e avevo solo due anni in più di Greta Thunberg quando si è messa con un cartello davanti al parlamento Svedese in segno di protesta verso la mancanza di azione contro il cambiamento climatico in atto. Nel corso degli anni ogni mese correvo in edicola a comprare il nuovo fascicolo e leggevo avidamente tutti gli articoli, ma proprio tutti. Anche quelli che faticavo a capire. Quelle letture sono state formative e hanno plasmato le mie idee di adolescente. Rigide e senza possibilità di appello ovviamente, come quelle di qualsiasi adolescente. Mi ricordo ancora delle mille discussioni con amici, che frequentavano altre letture, in cui difendevo a spada tratta l’energia nucleare, forte dei dati e delle previsioni che avevo letto in tanti fascicoli della rivista (che non ha mai nascosto la sua posizione, partendo dal fondatore Felice Ippolito). "Ma non li hai visti i numeri?!?".

In tanti anni su quelle pagine sono passati moltissimi articoli che avvertivano di un riscaldamento del pianeta in atto e delle possibili conseguenze. Molti oggi in piazza a protestare non erano ancora nati nel 1997, quando a Kyoto venne redatto il trattato internazionale sul riscaldamento globale. Se ne parlò molto in quegli anni, e nei successivi, ma dopo un po’ il tema sparì dalle pagine dei giornali. “Nessuno si fila più il riscaldamento globale, non c’è un pubblico interessato”. Beh, oggi c’è. E meno male.

L’articolo, che vi esorto a leggere, mette insieme i dati da 39 fonti diverse e avverte che troppo spesso ci si focalizza su scelte individuali che sono o irrilevanti o molto molto meno efficaci (su scala globale) di quello che potremmo pensare e sperare.

Vivere senza automobile è il secondo gesto personale che più può ridurre l’impatto del singolo: fa risparmiare 2,4 tonnellate di CO2 all’anno. Vi ricordo sempre l’obiettivo del 2050 di 2,1 tonnellate per anno a testa. E badate bene che senza vuol dire andare a piedi o in bici. Se usate i trasporti pubblici la riduzione sarà inferiore. Il terzo comportamento più virtuoso nella lista è evitare un singolo volo aereo oltreoceano. UNO. Costa 1,6 tonnellate di CO2. Ovviamente è un valore medio che dipende dal peso del bagaglio, dalla lunghezza del volo e così via. Ora sto andando in Sardegna, quindi forse impatta un quarto o un quinto di quel mio viaggio a NY.

Poi si può comprare un’auto più efficiente, elettrica, e infine, tra i comportamenti ad alto impatto, c’è il passare a una dieta a base completamente vegetale, che fa risparmiare nella media 0,8 tonnellate di CO2 per anno. Ovviamente quest’ultimo dato varia moltissimo: il risparmio è tanto più elevato quanto più è alto il consumo di partenza (i dati fanno riferimento a documenti di paesi anglosassoni, per cui stimo che io diventando vegano contribuirei decisamente meno, data la mia alimentazione attuale).

Il primo in classifica – e anche il motivo per cui due anni fa questo articolo fece molto parlare di sé – è “non fare un figlio”. Un figlio “costa” 58,6 tonnellate di CO2 ogni anno.

Capite benissimo come sia estremamente delicata una discussione, che però è abbastanza ineludibile, sull’aumento di popolazione, il convitato di pietra di ogni discussione sull’ambiente. E le cose, come al solito, sono complicate e proprio qui si intersecano le scelte individuali con quelle collettive: perché quel numero elevatissimo è “pesato” soprattutto dai futuri bambini che nasceranno nei paesi che consumano tanta energia. Un bambino che nascesse in Sud Sudan non avrebbe di certo quell’impatto. Ma chi non desidererebbe per il futuro bambino del Sud Sudan tutte le opportunità, con i loro costi energetici, concesse ora a un bambino australiano, statunitense, o anche italiano?

Greta Thunberg dice giustamente che “bisogna ascoltare la scienza”. Leggevo Le Scienze più o meno alla sua età quindi figurarsi se non concordo. Ma ci ho messo un po’ a capire e ad accettare che il decidere di impiantare o meno una centrale nucleare fosse una questione scientifica solo in piccola parte. Sarebbe ingiusto che lo pretendessi dai giovani oggi. Ma lo pretendo dagli adulti consapevoli del problema. Ci si può solo rallegrare che, finalmente, il tema sia arrivato sui giornali. Ma si deve andare oltre il comprensibile assolutismo adolescenziale senza che questo sia vissuto con fastidio da parte degli adulti che sanno benissimo che le cose sono maledettamente complicate. Dire che non basta “ascoltare la scienza” non è un "attacco" a Greta Thunberg. E scrivere “se leggessero i numeri, i dati della scienza allora…” è quello che nella comunicazione della scienza si chiama Deficit Model e viene di solito bollato come una enorme ingenuità. L'idea semplicistica che basti snocciolare i numeri per convincere le persone, senza capire il loro "frame", il modo con cui interpretano e incasellano le informazioni all'interno del loro sistema di valori e conoscenze pregresse. Perché c’è la scienza e c’è la comunicazione della scienza. E sono cose diverse. E la seconda è altrettanto importante se si vuole creare consapevolezza e consenso intorno alla prima invece che lo scontro permanente.

Scrivevo in tempi non sospetti

“pensare che con una lezione stile universitaria “dalla cattedra al banco” le persone cambino idea su XXX è semplicemente illusorio. Una piccola parte forse lo farà, ma dipende molto da cosa e soprattutto da come vengono dette le cose.”

Valeva per gli OGM, vale per i vaccini, e vale anche per il cambiamento climatico.

Vi confesso, ragazzi che siete in piazza, che non riesco proprio a sentirmi in colpa per le mie scelte individuali. Sono felice di avere avuto due figli meravigliosi, con le loro tonnellate di CO2 annesse, che hanno la vostra età e spero potranno aiutare a trovare una soluzione al casino in cui la mia generazione e quella precedente li ha infilati. Uso l’automobile. Davvero non riuscirei a vivere senza (anche se c’è sempre qualcuno che fa il miglior fico del bigoncio e ti vuol spiegare come vivere la tua vita, anche se poi fa solo virtue signaling). E a quel concerto di Paul Simon non avrei rinunciato per niente al mondo.

Ridurre il consumo di prodotti animali: ecco una cosa che posso fare. Ma l’impatto è più limitato di quello che potremmo pensare, e anche qui c’è da distinguere tra i più impattanti bovini e il meno impattante pollame. E poi non è solo questione di CO2 (e di altri gas serra), ma anche di acqua, di suolo. Insomma io, singolo, non riesco a risolvere il problema. È troppo grande. E neanche tutti noi presi singolarmente. Diventare tutti vegani lasciando uguale tutto il resto non risolverà affatto il problema. E non è giusto lasciare il peso sulle nostre singole spalle.

Ed è qui che si innestano le scelte collettive di cambiamento perché solo quelle possono aggredire il mostro. Il movimento innescato da Greta Thunberg ha riportato l’argomento nella discussione pubblica, e sono contento di vedere ragazzi - forse c'è anche qualche mio studente che si ricorda della mia lezione sull'efficienza energetica nel corso di termodinamica - che passano le giornate a leggere e discutere dei documenti dell’IPCC. Forse mi ricordano me stesso al liceo che leggevo Le Scienze e mi guardavano tutti come se fossi un po’ sfigato, come si guardava fino a qualche anno fa quelli che oggi chiamiamo Nerd (anche se ora siamo stati un po’ riabilitati).

Ma a un certo punto gli adulti devono prendere in mano la situazione. E ammettere che sì, è anche una questione di soldi, e che non c’è nulla di strano o vergognoso. Perché servono risorse per fare qualsiasi cosa. Risorse che andranno tolte a qualcos’altro e a qualcuno. Che si lamenterà perché ne soffrirà. È un pensiero che mi pare a Greta Thunberg disgusti, e non mi stupisce, ma le leggi dell’economia reggono le nostre società. Sarebbe ingiusto pretendere da un adolescente la padronanza della complessità del problema e ancor più di tutte le implicazioni economiche, etiche, e di giustizia sociale di qualsiasi approccio venga proposto. Quindi va bene l’”Ascoltate la scienza!” di Greta Thunberg, ci mancherebbe. Ma se ci si fermasse qui sarebbe un’occasione buttata. La scienza non dà risposte ai problemi etici o di giustizia, come ben ricorda un articolo di commento su Nature Climate Change intitolato “I limiti retorici del movimento #FridayForFuture” (paywall, mi spiace), anche se serve indubbiamente per incanalare la discussione nei giusti binari.

L’Europa è storicamente responsabile del 20% di tutte le emissioni passate. Ma ora le ha ridotte del 20% rispetto al 1990. Noi europei siamo responsabili adesso del 9% di tutte le emissioni di CO2. Dovremmo pagare per il 9% o per il 20%? E come? Pensate che sia una domanda a cui la scienza può dare una risposta? Certo, abbiamo un’emissione di CO2 pro capite molto più alta di 2,1: siamo a circa 7, quasi tre volte tanto. I maggiori emettitori ora sono i cinesi. Pro capite stanno a 7,7 tonnellate ma in valore assoluto registrano un impressionante 27% destinato a crescere ancora nei prossimi anni.

Tra la UE (terza) e la Cina (prima) ci sono gli USA, con il 15% del totale, le cui emissioni sono rimaste sostanzialmente stabili nell’ultimo decennio. Spero comprendiate il ginepraio di domande che questi numeri automaticamente generano, ancora prima di avere un’idea chiara di come fare per ridurre la CO2 nella pratica. Hanno banalmente ragione coloro che indicano nella Cina la nazione dove primariamente agire, e in prospettiva l’India (ora in quarta posizione). Lo dicono i numeri. Ma non ha ovviamente senso chiedere che Greta Thunberg vada in Cina a parlare.

Certo al clima interessa la CO2 totale, non quella pro capite, che però ha una rilevanza enorme sia per l’impatto sulla vita delle persone sia per tutte le questioni etiche relative a ciò che sarebbe giusto o sbagliato fare. E se gli americani buttano in atmosfera circa 15 tonnellate a testa, il Canada ne butta 18, l’Oman 19 e il Qatar 38. Facciamo pagare tutto al Qatar? Ma poi in pratica come si fa? E comunque sono quattro gatti.

Rifuggete dall’artificio retorico di immaginare che tutta questa CO2 derivi da energia “superflua”: SUV, condizionatori d’aria e inutili fabbriche di merendine. Ci sono anche quelli, certo, ma se fossero solo quelli il problema sarebbe di più facile soluzione. Il miliardo e più di indiani che nel 1990 emetteva 0,7 tonnellate per anno, nel 2017 ne emette 1,8 con la prospettiva di migliorare le proprie condizioni di vita. Un frigorifero costa energia. Mangiare costa energia. Andare a scuola costa energia. Avere cure mediche dignitose costa energia.

E la giustizia? Cosa fare coi responsabili per la CO2 emessa in passato? Di certo, per analogia, se l’Amazzonia brucia adesso non ha molto senso, razionalmente, prendersela anche con chi secoli fa ha distrutto le foreste europee. Ma è anche giusto? Passata la festa gabbato lo santo?

Come faremo? Non lo so, sembra tutto troppo più grande di noi, ma so che non è solo una questione di scienza, e sì è anche una questione di soldi, e di politica, e di economia, e di etica, e di giustizia. Nelle mie letture giovanili di Le Scienze pochi articoli mi affascinavano come quelli sul dilemma del prigioniero e sulla teoria dei giochi: sebbene teoricamente la cooperazione tra individui porti al risultato migliore per tutti, nella pratica questo non sempre succede. Come diceva Yogi Berra, “In teoria non c'è differenza fra la teoria e la pratica. Ma in pratica c'è”. E ho il presentimento che gli economisti esperti di teoria dei giochi potranno dare il loro contributo per aiutare se non a risolvere almeno a dipanare la faccenda davanti al pubblico.

Ci sono alcuni, sia tra i pro che i contro, che vedono questo movimento come una rivalsa tardiva contro il capitalismo e l’economia di mercato. E mentre i contro si immaginano chissà quale complotto mondiale, i pro accomunano ai negazionisti del riscaldamento climatico chiunque faccia notare una cosa banale e cioè che non solo il “chi paga” questo casino non lo può decidere la scienza da sola, ma che non si capisce proprio come questo possa accadere in pratica, se non all’interno dei meccanismi economici e politici condivisi che bene o male regolano le nostre società e i rapporti tra stati. Ma finché la discussione pubblica non andrà oltre gli schieramenti su Greta Thunberg, noi contro di voi, permettendo anche a questa ragazzina di tornare a scuola, e non si discuterà pubblicamente di quanto costerebbero, alle persone e alle loro vite quotidiane, i vari scenari che gli economisti e gli esperti di scenari economici e sociali (che non sono meno da ascoltare dei climatologi) stanno studiando per riuscire a rallentare il maledetto riscaldamento, rimarrò col pessimismo che la mia età mi consente.

Certo, esistono anche coloro che pensano non ci sia alcun problema. Ma esattamente come per i vaccini, dove i numeri dicono che solo una piccola parte di chi ha timore di vaccinare i propri figli è quello che viene chiamato un irriducibile novax, credo che i "negazionisti climatici" duri e puri siano una minoranza. Ed è il momento giusto per non dargli troppa corda e troppa importanza. Gli altri vanno presi per mano e accompagnati, con un po' di buona comunicazione della scienza. Perché come dicevo, per agire prima bisogna costruire un consenso sociale diffuso.

La complessità non piace ad alcuni di entrambi gli schieramenti. Non dovrebbero esistere schieramenti qui, noi contro voi. Il pianeta è uno solo e ci viviamo tutti. Ma siamo assuefatti purtroppo al pensiero semplice. Quando tempo fa ho parlato della pellicola di plastica che ricopre i broccoli, alcuni hanno pensato che stessi parlando solo della pellicola di plastica che ricopre i broccoli. Forse per miopia loro o più probabilmente per incapacità comunicativa mia. Fatto sta che stavo cercando, con un esempio provocatorio, di svelare la complessità di un tema ridotto a slogan e simboli. E mostrando che qualcuno, da qualche parte, aveva studiato seriamente quel tema e quindi valeva la pena mettere da parte slogan e simboli, e ascoltarlo. Avete presente l’abusato detto del dito e della luna? Ecco, si può usare la pellicola del broccolo per suggerire che esiste una complessità che non va nascosta, e c'è chi invece vede solo il broccolo e l’attentato al suo simbolo.

A me i simboli, l’ho già detto, non piacciono. Accetto malvolentieri che possano essere utili per portare milioni di persone a fare qualcosa, inizialmente, ma poi possono diventare una gran limitazione.

Ragazzi che oggi siete nelle strade, come ha detto Paul Simon all’inizio di American Tune al Corona Park: “Don’t give up”, non mollate. Ma cominciate ad abbracciare la complessità nascosta dietro i simboli e gli slogan.

https://www.youtube.com/watch?v=GQ5sm4gA060

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Allarme rosso, i Pannellas si stanno replicando! Sono già tra noi.

https://www.supereva.it/nasa-alieni-ci-osservano-sono-sbarcati-sulla-terra-36399

Sé vero, sé proprio vero, lo gò incontrà anca mì un Panellas, el me voleva magnare, zio bonino, steghe atenti che queo el ve mete in padea!

Fabio panellas Il fatto che la Cina sia ricca di materie prime importanti non deve far chiudere gli occhi sulla loro slealtà La Cina insieme all'India è ai vertici della classifica mondiale dello sfruttamento minorile già questo dovrebbe essere sufficiente ad escludere la Cina (oltre ad essere ai vertici mondiali per emissioni di co2 non dimentichiamolo) https://www.fortuneita.com/2019/12/03/il-paradosso-cinese-il-leader-delle-rinnovabili-punta-ancora-sul-carbone/ Fratello di Stello l'economia è classificata come scienza sociale ed è collegata agli attuali problemi ambientali denunciati da Greta Thunberg

E con questo abbiamo fatto tombola.....

Purtroppo PANNELLA non è riconducibile al mio albero genealogico, io faccio parte del ramo povero al quale qualche fiol de Va a va

Riprendo Qualche fiol de vaca de me parente el sa’ vendu’ na enne

Sono sempre in attesa di di quella risposta che le ho chiesto

Inutile continuare un discorso che ci trova così contrapposti, dico solo sta dimenticando come era l’Europa 100 anni fa Anche loro con il tempo arriveranno ad adeguarsi Affermo solo che nonostante quello che dice sia vero verso la Cina oramai le nostre armi sono spuntate

Si tra mati e magnagati ghe tanta distansa

non ho intenzione di iniziare nessuna discussione, ripeto, non ne ho il tempo (e per quanto ho da fare ne ho già impiegato troppo), visto che forse non mi sono spiegato bene ci riprovo, nessuna mia affermazione era rivolta a lei in particolare (qualcun altro che concordava con me l'ha capito), se ne faccia una ragione o provi a rileggere quanto ho scritto per vedere se riesce a interpretare diversamente i miei commenti.

"Peso el tacon del buso" peggio la toppa del foro Così dicendo ha esteso la platea di coglioni e di decrepiti da due a tutti coloro che hanno postato, contenti loro! Comunque mi scuso con tutti se a volte sono prolisso, ma data la senilità galoppante che avanza inesorabilmente spesso mi perdo in memorie passate e inserisco discorsi personali che a qualche d'uno possono dare fastidio Mi auguro che con lei lei, il cui nome ho letto molte volte in tanti vecchi articoli con i relativi commenti, potremo dialogare su argomenti di suo interesse

Come vede sono apparsi dal nulla due nuovi nickname per dileggiare in modo stupido il mio nome Questo è un modo banale di voler fare ironia e sono sicuro che dietro di loro si nasconda mentina che da quando ha imparato che per cambiare nome basta mettere una email fasulla si diverte con questi giochi innocui per bambini deficienti Cosa si può dire ad un personaggio siffatto

Sostituire Fantozzo con Pannello: https://m.youtube.com/watch?v=zuXFIDLGCwY

Eccone un altro che si diverte a fare Giochi innocui per bambini deficenti Solo che l'altro dimostra molta più arguzia e oltre al nome cambia anche email così non può essere riconosciuto anche se l'impronta demente rimane sempre Yo sveglioni Luigi

Esiste, Fabio, una enorme differenza tra "dire una cosa stupida" e "essere stupido". Se non lo capisci i casi sono due: o sei, allora si, stupido ma io non credo o "ci fai" e in questo caso lo stupido sono io che sto nutrendo colpevolmente un troll, anche se per te, a quanto pare, nutrire un troll è una cosa furba e onorevole. Probabilmente fa parte della conservazione della specie, un "mantenersi vicendevolmente in vita". ( nota l'assenza di faccine)

Coletti So che anche tu sei uno dei primi frequentatori di questo blog Forse però non hai seguito tutta la vicenda centrata sulla figura di Mercurio alias green alias omo dea strada, il quale purtroppo non è un troll, ma solo un esaltato rompicazzi, vergano, salutista e quant'altro di stupido uno possa essere Se vai indietro troverai che i più appassionati a ribattere alle deficentaggini che questo spara, sono Guidorzi, Corrado, Franco e lo stesso Dario gli ha risposto per le rime, e non penso tu possa ritenere queste persone stupide. Però con lui hanno interloquito Se cerchi vedrai che li ho anche avvisati che green non era altri che Mercurio e che lo lasciassero perdere Se sono intervenuto non è stato per difendermi dalle sue idiozie, ma perché continuava ad irridere il buon Albertone e poiché lui è signore non ha saputo rispondergli per le rime, cosa forse sbagliando, questo lo lascio a te giudicare In quella circostanza è intervenuto fratello di stello dandomi del coglione se leggi la mia prima risposta non era adirata, avvisavo solamente che se venivo insultato reagivo, poi si è accomunato Simone e se leggi ancora la mia risposta è stata ancora pacata chiedevo solamente di intervenire nel merito della discussione,

Coletti Non è mai stata mia intenzione fare il Troll. Le mie opinioni sono quelle che vanno per la maggiore in quello che qui è stato definito il Mainsteem. E sono state tutte supportate da degli articoli o da studi universitari. Mi è stato contestato praticamente tutto Che esista il riscaldamento globale Che esista il picco del petrolio Che le multinazionali abbiano troppo potere Che sia necessario diminuire il consumo di carne Che sia necessario regolare la ricerca sulle biotecnologie e molto altro Mi hanno insultato sistematicamente e dato del pazzo e del deficiente (e non mi risulta di essere stato l'unico) ed io ho fatto un po' di ironia. Ma a partire da affermazioni ridicole dette dai miei interlocutori. Come si fa a volersi chiamare Panellas? Certo che viene da commentare sul nome. E ti meravigli se qualcuno poi lo storpia? Qui da quello che ho capito è un coro tutto intonato sulla stessa nota. Inutile discutere. E' che non ho ancora capito quale sia la nota.

Fratello di stello si è appellato a Dario e penso che da quel punto tu abbia seguito, poi come al solito è intervenuto YU, ma questo ormai fa parte del gioco Se mi hai letto nell'ultima risposta a fratello ho ammesso,chiedendo venia, della mia logorrea, ma se questa dà fastidio mi si può far notare senza insultare, odio queste diatribe, però da non credente non porgo mai l'altra guancia Detto questo se riteni ancora che io ci sia o ci faccia non saprei che altro dirti Prima ho inviato il commento per errore senza rileggere quanto scritto, la frase era Cosa, che forse sbagliando, ho fatto io Riguardo le faccine, che vedo ti sei ricordato, anche allora era una risposta a chi faceva notare a me e mi sembra MORENO che saltavamo una riga ad ogni capoverso e che qui non era in uso, ed io ho rilevato le faccine che ritenevo superflue specialmente in lunga sequenza

Come si fa a non dirti che propio non ci arrivi, non ti è mai passato per la mente che si tratti solo di un errore involontario, ma tu nel tuo minuscolo cervelletto questo non lo capisci e invece ne trai spunto per dileggiare

Coletti C'era un seguito che è in moderazione se viene bene, ma ripensandoci non era nulla di importante

Ma ci vuol molto a togliere la Esse?

Fabio panella loro non sono come l'Europa di cent'anni fa non usano il motore a vapore come sistema di propulsione la loro tecnologia oggi non è diversa da quella europea il problema come ho già spiegato risiede nelle ambizioni di potenza dei suoi governanti Certo è Inutile continuare un discorso dove devo ripeterle sempre le stesse cose. mercurio quasi tutte quelle affermazioni sono dei falsi problemi

Mercurio, il fatto che talvolta (quasi sempre) abbiamo precisato, ridimensionato e puntualizzato le tue affermazioni secondo te è darti del pazzo, dileggiarti e insultarti sistematicamente? Invitarti a informarti meglio e studiare è insultare? Portarti studi che vistosamente contraddicono le tue affermazioni, ed estrarre dai tuoi link affermazioni che ti contraddicono, è insultarti? Se vai a rileggere gli interventi, ti accorgi che quando hai cominciato ad andar fuori dal binario della correttezza e della cortesia, per un po' abbiamo alzato i toni e poi ti abbiamo ignorato. Comunque sì, postare link a caso o fuori tema, con un fastidioso cherry picking, è ai limiti, o poco oltre, il confine di una discussione civile, molto vicino al comportamento da troll. L'ultima della serie che hai sparato: le multinazionali che hanno in mano il settore agro-alimentare sono 10, con tanto di link. Sbagliato: sono 4, ti ho risposto. Se diffondi false notizie, e io ti correggo, ti sto insultando o dando del pazzo? Da queste 4 multinazionali private dipendono più di tre quarti degli scambi commerciali di cerali internazionali: se questo non è avere in mano il commercio mondiale, dimmi tu cos'è ... Due solo di queste multinazionali fanno circa ill 60 % del volume e del valore dei cereali scambiati, spiegami tu come presentare correttamente questi numeri ... Tra l'altro, altre che gli scambi internazionali, queste multinazionali hanno in mano anche gli scambi interni agli stati, commerciando i cereali prodotti all'interno degli stati stessi, agendo sia sulla filiera dell'allevamento sia su quella alimentare direttamente (dal grano, per esempio, si ottiene sia farina per panificazione sia crusca per uso zootecnico. Dal mais comprato e venduto dalla Bunge, per dire, si ottengono prodotti per uso umano, industriale, farmaceutico e scarti per uso zootecnico).

Corrado Che palle. Nel mio articolo si parlava del settore agroalimentare in genere, non di quello del grano nello specifico. Ma non cambia niente. Mi costringi a risponderti per delle cavolate.

Ormai si può solo ignorare lui e tutti i suoi soprannomi

Uno può anche non accorgersene e questo non ti il diritto di dileggiare, poi ti incazzi se ti offendono

Vediamo se così è più chiaro

https://www.youtube.com/watch?v=RuWdeuz_qa0

Peccato Ti ritenevo più intelligente e non doverti annoverare tra chi fa giochini stupidìni per bambini deficientini Per me puoi anche andarti ad impiccare all'albero della cuccagna Da ora insultami quanto vuoi che di te manco me po frega'

Mercurio, la tua comprensione del fenomeno è limitata: se Cargill & c tagliano la fornitura di soia a chi produce il tofu, oltre che a chi produce mangimi, o raddoppiano i prezzi, secondo te chi ha davvero in mano il mercato agroalimentare? Veronesi? Barilla? Nestlè? Lactalis? Oppure Cargill & c? Suvvia ... Ragioniamo ... Non sono pignolerie gratuite, ma diffusione di informazioni "reali", non fake news o cherry picking come spesso fai tu.

Cambia qualcosa rispetto al fatto che le multinazionali tra cui quella che hai detto, che controlla diversi settori, concentrano in sé troppo potere?

Fratello Ma non leggere! passa al liquore al mirto.Qui mi tormentano pure a me con delle pallosita' insopportabili.

Fantastico italianacano Mi tormentano pure a me Dove hai imparato a scrivere

Cambia qualcosa tra 4 e 10? Spiegami tu, che non capisco ... 10 è il 150 % di 4. La differenza tra 4 e 10 (6) è superiore al minore dei due. A me sembra un errore grossolano di sottovalutazione di un fenomeno e delle sue ricadute, tipico di chi fa di tutte le erbe un fascio e parla per dar aria ai denti, come i discorsi dei politici moderni ... Come quelli che hanno attribuito all'allevamento animale oltre il 50 % delle emissioni di gas serra, sottovalutando tutto un mondo di situazioni e fenomeni reali (tra questi ci sei anche tu, non so se ricordi i link che hai postato relativamente ai biodigestori) ... Per come lo metti tu, sembra meno grave ...

Errata corrige: 10 è il 150 % *in più* di 4, in quanto 10 è il 250 % di 4 (10 è 2,5 volte 4). Chiedo scusa ...

È dialettale, vuol dar l'idea di quanto mi sono rotto i coglioni.

Comprendo, Dario, la necessità di demandare a noi il discernere il grano dall'olio. Ritengo sarebbe più agevole, visto il fiume di olio in cui sono sommersi i rari chicchi di grano e l'impossibilità di arginarlo, se almeno fosse più lunga la lista dei commenti, per evitare che il poco di interessante scompaia, come direbbe Yo, come il peto di uno scoiattolo nella foresta ( il qed me lo ha già rubato Andrea).

PS onde evitare fiumi di rettifiche chiarisco che già conosco la differenza tra olio e Lolium temulentum (L.) più noto come zizzania,che capiterebbe anche a fagiolo, ma mi piacciono i giochi di parole.

grazie del consiglio, è già capitato altre volte e ho imparato a contenermi, ho lurkato la discussione per vedere se si arrivasse a qualche considerazione dal mio punto di vista più "critica" che non il continuare a ragionare su cifre e dati (mi permetto di dire anche luoghi comuni) che possono essere interpretati a piacimento, si veda il già citato in altri casi

https://it.wikipedia.org/wiki/Mentire_con_le_statistiche

poi dato che mi sembrava si fosse avvitata su botta e risposta abbastanza inutili ho espresso un commento colorito (ebbene sì, il politicamente corretto mi fa cagare), qualcuno, che a mio modesto parere ha qualche problema di analfabetismo funzionale (vedi l'ultima risposta), ha pensato bene di essere l'unico bersaglio della mia critica (anche dopo seppur brevi spiegazioni), in più dopo aver accusato gli altri di essere fascisti se ne esce con espressioni del tipo "puoi anche andarti ad impiccare all'albero della cuccagna" (tipico da sinistroide moralmente superiore che si lamenta pure dell'odio in rete, che faccio chiamo Liliana Segre? 😀), tant'è, in ogni caso ci riprovo

https://it.wikipedia.org/wiki/Come_volevasi_dimostrare

E qui mi fermo (a meno che il soggetto non vada ancora oltre e mi sembra che abbia già superato di molto il limite).

Coletti, Lascia stare l'olio. Passa al mirto. Capisco che qui rompiamo i maroni, anzi consiglio a Bressanini di cancellarci tutti i commenti lasciando soltanto quelli sugli estratti fogliari. Il resto sono tutte cazzate.

scusa ma invece di "lurkato la discussione" dovevo scrivere "letto senza intervenire nella discussione". 😀

O sei ingenuo o tontolone, ma non hai capito che i coglioni per frate siamo noi due Forse però propio non c'arrivi Leggi, che cosa ha scritto e poi collega il,cervello

I fasciti li appendono all'albero noi lasciamo libera scelta di pensiero e di azione se farlo o continuare a vivere

Mercurio difficile che Dario cancelli gli altri commenti senti cosa ne pensa dei tuoi esrearri

https://youtu.be/a8hAOn_Koeg

Panella Chiedi alla badante che ti aiuti a capire quello che ha scritto il fratello.

Fratello Statistica o no penso che ognuno si formi la sua opinione a modo suo. Qui siamo in un semplice blog, mica dobbiamo scannarci per questioni che conosciamo solo in minima parte. Certe cose lasciamole decidere a chi le conosce veramente, ammesso che non ci sia disaccordo pure tra gli scienziati.

Panella Mi fai vedere un filmato di 20 minuti sui prodotti detox privi di validazione scientifica per assenza di studi sulla loro composizione o sulla loro efficacia. Gli estratti fogliari sono stati studiati e due ricerche le ho pure linkate. Vengono somministrati regolarmente in varie aree del mondo dove è presente il problema della malnutrizione. Gli effetti positivi che producono nel contrastare certe carenze croniche di nutrienti sono stati verificati nella pratica. E quello che fa specie è che hanno un costo irrisorio. Ma veramente le vite umane non valgono niente? Oppure ci sono in gioco fattori che a me sfuggono? (No Corrado, taci) Per questo chiedevo lumi a chi poteva magari saperne qualcosa.

questo era postato sotto una tua risposta e la mia

Fratello di Stello 28 gennaio 2020 alle 19:15 Se posso permettermi, come ho imparato da un amico svizzero, "che due coglioni"

secondo te a chi si riferiva a due fantasmini ? se tu accetti che ti dia del coglione sono cazzi tuoi, oppure sai di esserlo e allora va tutto bene

Oh mio DDio.....Badante, spiegagli cosa vuol dire l’espressione volgare che ha menzionato. Forse non si ricorda più quanti ne aveva. E già che ci sei, requisiscigli il computer. Basta. Che dica quello che vuole, io lascio perdere perché lo compatisco.

Mercurio, anche talidomide, ddt, amianto, CFC ... erano sicuri, per le aziende che li producevano ... Poi però ... Già si sente qualche "ricercatore indipendente" sollevare la questione di fitoestrogeni e fitati, supponendoli perturbatori endocrini, prima o poi qualcosa in più sapremo anche dalla ricerca ufficiale e non solo da quella indipentente. Prima o poi ci sarà anche qualche studio "indipendente" oppure "della scienza ufficiale" anche sui tuoi amati estratti, mi auguro ... Nel frattempo io continuo a scegliere le proteine animali, finchè posso farlo. Quando non potrò farko, mi dedicherò all'antropofagia clandestina, e se ci sarai ancora sarai il primo nel menù ...

Allora è vero sei un coglione, contento tu, io non lo sono mai stato e non lo sarò mai e se uno me lo dice mi offendo Vorrà dire che invece di mentina ora ti chiamerò coglione, e pensare che anche Fantocci nella partita a biliardo si è incazzato, ma tu prendi e incassi e porti a casa Ma nn hai un po' di orgoglio

Corrado Va bene la ciccia, ma le palle di Mercurio non so quanto siano buone

panello, te lo dico perché è troppo giusto: mai ho visto un coglione pedante, presuntuoso, ottuso, inutile e noioso par tuo in migliaia di anni che frequento questo lodevole blog.

Gli amici partenopei direbbero "Fai o' gallo 'ncoppa 'a munnezza" solo che nel tuo caso resta solo la munnezza, senza manco o' gallo.

@Yo; @fratello di Stello, Zeb, ecc

Sai benissimo che cosa penso di chi come te non accetta il diverso e porta la sua xenofobia al parossismo, non sai quanto in gioventù ho lottato contro idee estremiste che rispondono al tuo pensare e tu credi che queste quattro stupide parole che hai scritto possano modificare il mio modo di essere Solo i codardi devono coprire il viso dietro una maschera per ricorrere al dileggio di chi al contrario lo fa vedere senza paura, poiché non hanno la capacità di affrontare un confronto aperto Per questo potete ricorrere a mezzucci da stolti per usare il mio nome assimilandolo alle vostre cazzate Potrei continuare con argomenti, non insulti, per ricordare quanto tu abbia scritto di ignobile su queste pagine

Sarebbe interessante sapere a cosa ti associ Ricorda, chiedi e ti sarà dato

Aveva ragione Yopenzo, un blog lasciato a se stesso è destinato un breve tempo a sfociare nel tribalismo. La metafora del Signore delle mosche è perfettamente calzante.

... E poi ci autodefiniamo "superiori" ... "Avanzati" ...

Come qualcuno cominciò a parlarne, prontamente è uscito l'articolo:

https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2020/03/16/ambiente-gli-effeti-collaterali-del-coronavirus/66195

"Il sillogismo è semplicissimo: blocco del traffico, riduzione degli spostamenti, meno inquinamento in Lombardia (soprattutto di Pm10, le famigerate polveri sottili). Eppure bovini, suini, avicoli in quella che è di gran lunga la prima regione zootecnica d'Italia, con una concentrazione fra le più elevate d'Europa, continuano a mangiare, a produrre, a rilasciare emissioni. La conclusione: la zootecnia non è responsabile dei picchi di inquinamento che ammorbano l'aria. L'agricoltura esulta e chiede, a questo punto, un approccio più scientifico e meno sensazionalistico al tema ambientale, a partire dall'applicazione della direttiva Nitrati, vincolo soffocante in alcuni comuni ad alta vocazione zootecnica."

"... Gianni Matteo Crovetto, ordinario presso il dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell'Università di Milano ... (dice che, ndCorrado) ..."Zootecnia e agricoltura giocano un ruolo solamente con le emissioni ammoniacali nei campi e nelle deiezioni degli animali, che rappresentano circa il 28%-30% dell'azoto escreto che va in atmosfera e che può favorire le piogge acide e il particolato fino, quindi anche le polveri sottili". È intuitivo, però, che "la gran parte delle polveri sottili abbia un'altra origine". ... come spesso succede si confonde il protossido d'azoto (N2O) con il biossido di azoto (NO2): sono due gas completamente diversi. Il primo è un potente gas a effetto serra (Ghg), il secondo non lo è affatto e crea invece problemi respiratori. L'agricoltura e la zootecnia sono (parzialmente) responsabili solo del primo. ... Ad esempio, non sempre gli inquinanti emessi hanno un potere riscaldante: talvolta inquinano molto i bassi strati dell'atmosfera ma raffreddano, come i solfati, che sono anche dannosi per la salute. Per valutare con precisione gli effetti climatici bisogna quindi esaminare tutti questi aspetti."

Qualcuno ha stilato la statistica della produzione di rifiuti per settore economico: l'agricoltura incide per circa un "misero" 1% ...

https://informatorezootecnico.edagricole.it/wp-content/uploads/sites/15/2020/02/5-leso-PPT_Decostruibilit%C3%A0_ECOSTALLA_VRfiere_Jan2020.pdf

Pagina 3, una bella torta, in cui il settore edilizia e costruzioni "pesa" per almeno 1/3. Vogliamo fare un pensierino serio, a livello di politici e ambientalisti, su quali sono le priorità reali?...

Rapporto ISPRA sulle emissioni di GHG in Italia: agricoltura al 7%, il 13% in meno in 25 anni; l'industria emette più dell'agricoltura (8%). La gestione dei rifiuti è al 4,3%, la produzione di energia supera l'80%. Il particolato da riscaldamento domestico è il 54% del totale, seguito dai trasporti. E poi Report ha il coraggio di dare la colpa agli allevatori di Brescia e dintorni dell'andamento dell'epidemia ... Guarda la pagliuzza nell'occhio degli altri e non si accorge della trave nel suo occhio!

Risultati presentati il 21 aprile in videoconferenza, qui i dettagli:

http://www.isprambiente.gov.it/it/events/il-quadro-emissivo-in-italia

http://www.isprambiente.gov.it/files2020/eventi/gas-serra/romano.pdf Industria energetica 24% altrimenti non fa 100 di totale. Sono numeri che dicono poco perché non tengono conto per esempio di quanta energia consuma il settore o di quanti trasporti impiega. Non si tiene neppure conto delle importazioni di mangimi ecc. Dice principalmente che c’è stato un calo nella quantità di capi allevati. Meglio così. L’agricoltura ai tempi del coronavirus viene descritta qui

https://www.resilience.org/stories/2020-04-23/fraying-food-system-may-be-our-next-crisis/

Non ho avuto tempo di vedere tutta la conferenza e i documenti, ho solo riportato i numeri in evidenza in un articolo di commento che ho trovato nella mia newsletter giornaliera ...

Comunque, se guardi a pag 19 del documento che hai messo all'inizio del tuo commento, vedi che il ruolo del metano da rifiuti "civili" aggiunge al metano da fermentazioni enteriche e gestione delle deiezioni quasi un 10-15% (a occhio siamo attorno a 1.000 - 1.500 per il metano da rifiuti, nel grafico). Bisogna studiare meglio la gestione dell'umido domestico. Una cosa che di cui non parlano è lo spreco, a meno che non venga ricompreso nei rifiuti ... Non ho ancora letto la pubblicazione completa, provvederò appena posso.

I cicli sono cicli, la quantità di materia da considerare è quella allo stato solido e quella allo stato gassoso quindi, estrarre petrolio da bruciare aumenta lo stato gassoso, piantare alberi aumenta lo stato solido. Il resto è solo un giro di materia in equilibrio.

Dicevamo?... https://www.snpambiente.it/2020/05/28/da-plastic-free-a-free-plastic/

Anche piantare alberi si riduce ad un giro di materia in quanto quando un albero ha raggiunto la sua completa maturità finisce di crescere e quindi di carbonio non ne incameri più e la fotosintesi si riduce ad uno scambio alla pari tra ossigeno e anoidride carbonica. L'unica possibilità sarebbe tagliare una pianta matura e conservarla intatta nel tempo e al suo posto piantarne un'altra piccola destinata a crescere. Cosa capiterebbe sul pianeta si facessimo questo?.

Si pensi solo quale castronerie circolano e sono credute vere. Ne cito due:1° la foresta è il polmone del pianeta e 2° l'oceano è un'altro polmone del pianeta. Due notizie destituite di fondamento scientifico.

Alla fine Martino bruciare metano va bene (gas+ gas -> gas +liquido) e l'azoto Haber-Bosch è addirittura un toccasana ( metano + azoto atmosferico -> ammoniaca -> nitrati) . Non fa un plissè

"Abbandonare il digitale, comprare libri e fare stampe per stoccare anidride carbonica"

Hoop Scendiamo un momento dall'orbita, tanto sono retrogrado!

Sorpresa! https://ilfattoalimentare.it/vegan-uk-lockdown.html

Su, datemi la bicicletta che riprendo il giro.

Considerazioni salutistiche a parte, gli inglesi in fatto di mangiare bene non ci capiscono molto... Basta mettere un po' di avocado qua e là e per loro è tutto buono.

https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2019/sep/03/the-vegan-halo-how-plant-based-products-are-transforming-british-brands

Rapa, jackfruit, avocado meglio non esagerare, in Cile è un disastro.

Se li mangiano saranno buoni. Almeno di sapore.

E l'onda che va, oh oh, e l'onda che va oh oh oh oh!

No no ti assicuro, li mangiano perché sono di moda e sono colorati, in Inghilterra funziona così... e puoi vuoi mettere un bel panino con la porchetta rispetto a una.... rapa? Dai...

Quest’anno abbiamo posticipato di tre settimane la data sull’esaurimento di tutte le risorse che gli ecosistemi producono sul pianeta in un anno (non è dato sapere come abbiano fatto i calcoli, ma tutti ci credono!!!!). Le cause di questo guadagno è stato il confinamento causa il COVID. Ora se noi usiamo questo parametro per vedere di rispettare gli accordi di Parigi sulla diminuzione della temperatura del globo di 1,5°C fissata nel 2030 e visto che nel periodo di confinamento appena impostoci i gas ad effetto serra sono diminuiti del 8,6%, la rivista Nature Climate Change ha calcolato che nei 10 anni che ci sono ad arrivare al 2030 bisognerebbe decretare su tutto il pianeta un uguale confinamento di due mesi all’anno. IO CREDO CHE D’ORA IN AVANTI E PER RISPETTARE QUANTO DETTO SOPRA, TUTTE LE ELEZIONI CHE SI SVOLGERANNO NEI PAESI DEL MONDO DOVRANNO COPIARE DA QUELLE BIELORUSSE.

Vuoi mettere un bel beverone di estratto di ortica, erbaspagna, con dentro un bel po' di portulaca, accompagnato da un pezzo dí tofu Per il liquido è come avere un orgasmo con una pianta di banano

Vaglielo a dire a uno che si mangia le nutrie appena tirate su dal canale di scolo. Questo si considera un buongustaio.

E non gli piace neanche il vino perché è vegetale. Preferisce bere la bava del cane.

il jackfruit produce emissioni di CO2 molto basse

Trasporto (rispettoso dell'ambiente) via nave invece che in aereo o camion La coltivazione è più sostenibile rispetto alla coltivazione della soia, utilizza poca acqua, ha bisogno di pochi fertilizzanti e nessun pesticida Sostegno ai piccoli coltivatori in colture miste invece di coltivare grandi monocolture Il grado di lavorazione del jackfruit è inferiore rispetto ad altre alternative di carne Il jackfruit è un alimento di base nei suoi Paesi d'origine, di cui quasi ogni agricoltore ha 1-2 alberi nel suo giardino

Cosa Hai fatto stamattina, hai mangiato pane e volpe per cercare di diventare arguto, scusa, dimenticavo sei vegano e la volpe non la mangi allora niente non lo potrai mai diventare, cosa vuoi farci la natura ti ha fatto così Non disprezzare la nutria come cibo perché i jon ne fanno un piatto prelibato al pari degli scoiattoli, o come i vicentini i gatti, ma tu cresciuto a beveroni questi non potrai mai scoprirlo

Ah, buongiorno Panella. Oggi il menù prevede Nutria di Cloaca Maxima in umido e Bava di mastino napoletano di annata 1983. Se vuole abbiamo anche dei topi in salmì, solo per lei, che sono una specialità!

Grazie, ma se devo mangiare vegetariano preferisco una bella insalata mista al prosciutto di jackfruit, che tra l'altro viaggerà pure in nave ma arriva pur sempre dall'altra parte del mondo. Dammi retta, lasciale agli inglesi quelle mode alimentari. Prendi un bel cuore di bue, fallo a fette, olio extravergine di quello buono, una spruzzatina di origano e il palato ti ringrazierà di avergli risparmiato il jackfruit

7 miliardi di cuori di bue tutti i santi giorni. Questa si che è sostenibilità 100%. Saranno contenti i buoi.

Vedi, sei il solito estremista... in oriente si mangiano il jackfruit e sono contenti così, oppure gli vuoi recapitare via nave migliaia di tonnellate di cuori di buo a chilometro zero più ennemila? Il rischio grosso, oltre che per l'ambiente, è che capiscano che il jackfruit fa schifo.

Ogni tanto mi domando se per essere vegani bisogna essere integralisti oppure se essere vegani fa diventare integralisti... mumble mumble...

Secondo me non sai bene di cosa stiamo parlando https://www.stateofmind.it/2019/11/alimentazione-biotecnologie/ Ti basti il fatto che questi alimenti vengano apprezzati proprio dagli ex mangiatori di carne, (io in verità sono scettico e preferisco proprio evitarlo il gusto della carne, perché non mi è mai piaciuta) e, fatto alquanto strano, che ci stiano investendo le grandi multinazionali del settore. Si sapeva della Cargill, ma tutta questa euforia generale non me la sarei aspettata. Speriamo non ci siano fregature dietro. Tipo l'avocado intendo.

"non sai bene di cosa stiamo parlando" Ma tu lo hai assaggiato almeno? Io sì (bleah!), quindi tecnicamente so di cosa sto parlando, visto che parliamo di gusto. De gustibus ecc., ovviamente.

Ah, fanno anche il prosciutto di anguria se ti interessa! https://www.theguardian.com/travel/2018/nov/14/watermelon-ham-vegan-alternative-to-turkey-thanksgiving-bleeding-vegan-burger

Boh, io sono rimasto alle bistecche e ai gelati Valsoia. Non mi sembrano immangiabili. Quindi se tanto mi da tanto e i gusti sono stati perfezionati mi aspetto almeno qualcosa di decente. Dovrò fare un giro alla Lidl. A me in verità vanno benissimo i normali legumi e di tanto un tanto una ricottina meglio se di capra. Legumi, formaggi e verdure si abbinano bene tra loro, mentre la carne sminuisce la verdura. Ma tutto il ragionamento più che coi gusti personali ha a che fare con la sostenibilità e l'etica.

Se provi la mozzarisella torni rapidamente alla bufala o al fiordilatte ... Alla faccia della crociata anti - ciboultraprocessatoconadditivieschifezzekimikevarie! L'unica cosa decente vegana che ho assaggiato negli ultimi 10 anni è la maionese di riso di una marca specifica, quasi tutto il resto va dall'orrendo all'indecente all'insapore/inconsistente.

E, ribadisco, la sostenibilità è un triangolo (economica, sociale, ecologica). Se un bene, un processo produttivo, un progetto non soddisfa adeguatamente tutti i lati, non è sostenibile. Anche il cuore di bue ha un suo "triangolo della sostenibilità" (similmente al triangolo della stabilità delle macchine, per definire l'angolo di ribaltamento laterale o longitudinale, per chi si intende di meccanica e fisica, per dire ...).

Si, ti si ribalta l'hamburger. Piuttosto mi viene il solito dubbio. Se la carne finta la devi stampare a 3D occorrerà sicuramente dell'energia per far questo. Moltiplicata per ogni porzione, in totale, quanta ne sarà necessaria? Dai mo' tu che sai tutto, fai i conti, così vediamo se ci stiamo dentro. Non vorrei che quello che si risparmia da una parte poi la si spenda dall'altra.

Si, anche senza il determinante apporto scientifico di Corrado, mi sento di dire che la carne finta non è poi così sostenibile come sembra, perché ha dei costi energetici occulti. Sette miliardi di stampe in 3D tutti i santi giorni per avere una roba che assomiglia a una bistecca. Assurdo.

Non esistono pasti gratis, in natura (cit).

Con la tossica mentina si perde solo tempo, fosse almeno un vegano intelligente che conosce l'argomento potresti anche provare ad instaurare un repporto intelligente, ma lui no, spara solo cazzatone tanto per scrivere qualche cosa ed è così poco istruito da confondere una nutria con un topo e tutto il suo scrivere di nutrie nasce da un intervento in cui facevo rilevare che in America viene considerato un piatto eccellente mentre non mangiano lumache considerandole vermi, in GB oltre a non mangiare cavallo hanno altre consuetudini particolari, domanda, ma l'asino lo mangiano?

Dove hai letto che le nutrie vivono nelle cloache, ma perché sei nato così ignorante, aspetta hai ragione non è colpa tua, ma perché da bambino sei caduto dal seggiolone e hai battuto la testa, certo che anche allora non eri molto furbo

Panella Buon giorno Panella! Stai facendo colazione con la tua marmellata di prugne raccolte in febbraio? Come ti invidio! Mi raccomando, dopo vai a fare una corsetta, per tenerti in forma e con la mente sempre smagliante. Bragolini da ginnastica, scarpe a tennis. Hoppete Hoppete. (Quanti commenti inutili, non so come mai non mi buttino fuori dal sito) (sarà che sono in buona compagnia). (se tolgono le stupidate non resta niente).

Riguardo le prugne non era febbraio ma aprile e Franco a riguardo ti aveva giù smentito, scusami ancora, so che non è colpa tua se sbagli con i ricordi, ma ormai nel tuo cervello hai cosi tanta "Fuzzy" che non ti ci raccapezzi più e continui a spate cazzate È ora vai a ca__re sulle tue amste ortiche così almeno provi una emozione e io posso ignorarti

Ciao Fabio, per gli inglesi la carne di cavallo resta un tabù... di asino nemmeno a parlarne. Immagino sia un fatto culturale, avendo questo paese una tradizione così importante nel campo dell'equitazione/ippica. In compenso puoi salire a cavallo e dare la caccia alla volpe!

Non penso che poi la volpe diventi cibo per loro e la pelle diventerà un orripilante orpello al collo di qualche lady Chissà cosa pensava mentina quando ha aggiunto Fuzzy a mercurio

Per il cavallo in Inghilterra e per altre culture utile leggersi "Buono da mangiare" di Harris

Interessante autore che mai avrei scoperto, collegare Marx all'antropologia sicuramente dovrà esere stato un difficile esercizio, per il cibo sono curioso percui prenderò sicuramente l'e-box

Non certo per le proteine ... Non necessariamente sono ad alto valore biologico, oltre ad avere un rapporto proteine / calorie molto sbilanciato verso le calorie.

Non certo per l'imballaggio ... la quantità di imballaggio è nettamente superiore a quella delle bistecche tradizionali, se rapportate alla proteina edibile.

Non certo perchè sono economici ... Costano molto di più del miglior taglio di carne.

https://giornalismocomunicazione.wordpress.com/2021/02/23/burger-vegetali-vs-carni-diamo-i-numeri/

Commento in castigo ...Parlavo male dei "veg-burger" ...

I burger vegani possono ragionevolmente avere dalla loro almeno l'assenza di Escherichia coli? o neppure quel vantaggio hanno?

Per evitare l’escherichia coli basta una cottura della carne con il centro a 65 gradi, se poi ci fai degli amburgher la cottura arriva minimo a 75 gradi e vai tranquillo

Non ne sarei così sicuro ... La contaminazione accidentale è spesso dietro l'angolo ...

Non essere così catastrofico, una buona igiene delle mani e degli utensili da cucina normalmente e sufficente per evitarla e la cottura ti permette di ritenerti sicuro, dopo che la ciccia così non sia molto gustosa ed io che la mangio quasi cruda e per completare mi faccio una Bismarck con sopra l'uovo all'occhio, anche quello poco cotto, Sony ma rischio,totale

Odio il correttore automatico La frase era, sono a rischio totale

Fabio, ti ricordo solo uno degli ultimi episodi: germogli di soia bio contaminati dall'acqua di lavaggio prima del confezionamento ...

Mica era ciccia, inoltre so per averlo visto che aprono la confezione e la buttano direttamente nel piatto, Cristina, ops la mia badante, una volta ha preso gli champignon affettati, logicamente non li puoi lavare devi cuocerli così, quando le è capitato in bocca un capello che non poteva essere mio ha deciso di ascoltarmi e prenderli da pulire ed anche se un po’ si rovinano una sciacquata non gliela leva nessuno

Non ne sarei così sicuro ... La contaminazione accidentale è spesso dietro l'angolo ...

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Il caso del pomodoro di Pachino

Il burro di cacao e l’etichetta del cioccolato

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Le ricette scientifiche: il Dulce de Leche

Pesce di mare e di acqua dolce

Sapori d’alpeggio III: mirtilli

Neurogastronomia: il vino costoso è più buono?

Politeisti alimentari (secondo il Censis)

Il matrimonio tra pesci e acidi

Mangia (troppo e male) e poi muori

Appunti di viaggio – la carne

Sfida agli Chef. Un ingrediente in cerca di ricette

Agar, una gelatina che viene dal Giappone

Saluti gastronomici dalla Val d’Orcia

Il Senatore Cappelli e gli altri grani di Nazareno Strampelli

Amflora, la patata per la carta

I detective della mozzarella di bufala

Il Ministero della salute vieta il lievito istantaneo. Ok all’azoto liquido

Dieci risposte a Carlo Petrini sugli OGM

Via libera al mais OGM dal Consiglio di Stato anche senza piani di coesistenza

Arance anticancro e diete vegetariane

OGM: più che lo Slow poté il Fast Food

Che cos’è naturale. 1 – Atomi smemorati

Il Conte Rumford e la cottura a basse temperature

Un pranzo di Natale per sei persone con due capponi e 12 lire

Come l’acqua con il cioccolato

Tutti i gradi del peperoncino

Un OGM buono, pulito e giusto

Cosa (non) mangiavano gli italiani una volta

Un menù di 75 anni fa: Ottobre 1934

Un (vino) Primitivo in California

Norman Borlaug, l’uomo che ha nutrito il mondo

Appunti di viaggio – al supermercato (3) ortaggi

Appunti di viaggio – al supermercato (2)

Appunti di viaggio – al supermercato (1)

Le ricette scientifiche: il gelo di mellone

Appunti di viaggio: agricoltura, bio e non

Appunti di viaggio: la pizza

Quattro chiacchiere su alimentazione e chimica

Un esperimento con liquidi ed emulsioni

Gelato OGM. Ma quando mai! Anche il formaggio allora…

Miti culinari 6: lo zucchero veleno bianco

Le ricette scientifiche: la pita all’acqua gassata

Bicarbonato, lievito chimico o baking soda?

Il finto scoop di Striscia la Notizia

Saluti (gastronomici) dalla città eterna, con tanto di (a)matriciana

Miti culinari 5: le virtù dello zucchero di canna

Sulle proprietà endocroniche della Tiotimolina risublimata

Il bollito non bollito di Massimo Bottura

OGM: le ragioni di chi dice no

Il poeta e lo scienziato

Gastronomia darwiniana. Se è speziato, un motivo c’è

Le difficolta' del pane biologico

Il vino di Luca Pacioli

Le ricette scientifiche: il pollo Teriyaki

OGM: il ritorno di Schmeiser

Le ricette scientifiche: il maiale alla birra

Il glutine: chi lo cerca e chi lo fugge

Miti culinari 4: il cucchiaino nella bottiglia

Le ricette scientifiche: lo spezzatino base

Il buon latte crudo di una volta

Gli Ogm NON sono sterili, passando da Vandana Shiva (e Veltroni) a Nanni Moretti

BioWashBall, birra e l'esperimento di controllo

Pentole e Provette, la chimica ai fornelli

Che cos'e' lo zucchero invertito

Il Ministro Gelmini e Nature (contro i concorsi)

Il Fruttosio, lo "zucchero della frutta"

1934: sigillatura della carne e riviste d'annata

Ricette letterarie: il risotto di C. E. Gadda

Le ricette scientifiche: il guacamole

Ig Nobel italiano per il suono delle patatine

Monsanto contro Schmeiser, l'agricoltore "contaminato" dagli OGM

Le ricette scientifiche: la granita (algebrica)

Il diagramma di fase della granita

Il buco nero al CERN e la noce moscata

Chimica (e ricette) in versi

Le ricette scientifiche: il cioccolato Chantilly

Le ricette scientifiche: la panna montata

Contro la "spesa a chilometri zero

Requiem per una formula. Dramma in sei atti con sei personaggi

Vino al veleno e velenitaly, reprise

Un economista al (super)mercato

Chiarificare l'impossibile con i filtri molecolari

Non si butta via niente 2

Le ricette scientifiche: la carbonara

Miti culinari 3: la sindrome da ristorante cinese

Le ricette scientifiche: le meringhe

Miti culinari 2: il sale per montare gli albumi

La dolce neve della cucina

Quando Nature si occupa dell'Italia

Non si butta via niente

Mais, Micotossine e le "Precauzioni"

Al sangue, media o ben cotta?

Superboy e la camera a nebbia

Un uso alternativo per la Ketchup

Miti culinari 1: la sigillatura della carne

Il segreto di una buona bistecca (ma non solo) si chiama Maillard

L'OGM che non é mai esistito

Sei diventato Nero, Nero, Nero...