Capri, dove mangiare e bere - la Repubblica

2022-08-27 19:38:57 By : Mr. Angus Yan

Dalle sirene di Ulisse alle residenze di Tiberio e Ottaviano Augusto, dalle poesie di Pablo Neruda alla prosa di Curzio Malaparte, passando per il futurista Filippo Tommaso Marinetti che, sui Faraglioni, voleva metterci un ascensore. Arrivato lassù, alla cima, avrebbe elevato le persone in un punto panoramico unico al mondo: ecco, secondo il fondatore della prima avanguardia storica italiana del Novecento, questo sarebbe stato il luogo ideale per costruire un grande bar. Era solo l’estate del 1914 e su Lacerba aveva affermato che “gli ascensori devono inerpicarsi come serpenti di ferro e di vetro”. Chissà come sarebbe stato questo luogo oggi, nella Capri che, in mise estiva, è vissuta ancora da tante celebrità e personaggi di fama internazionale. 

Tra natura selvaggia, casette bianche e hotel di lusso, l’isola dell’amore, “regina di roccia”  per dirla con Neruda, vanta numerosi bistrot, trattorie e ristoranti incastonati in alberghi raffinati, dove poter mangiare e bere bene. E per un buon caffè, appena sbarcati a Capri, potete affidare la tazzina al bar Grotta Azzurra: qui, si può assaggiare una ottima miscela arabica con tanto di caprese e piccola pasticceria, o consumare un pasto fugace, senza che manchi una buona bottiglia di vino.

Se, invece, cercate anche voi quella vista privilegiata sui Faraglioni, da secoli icona dell’isola, per un light lunch o una cena composta da molteplici portate, dove i protagonisti sono i profumi e sapori mediterranei, avete più di qualche possibilità. Tra queste, sospeso tra mare e cielo, il ristorante Le Monzù non vi deluderà. Le interpretazioni creative di Luigi Lionetti sono una bella esperienza gastronomica di alta cucina, che unisce nel menù le grandi materie prime campane: dalla montagna con i formaggi dei Monti Lattari al mare per le specialità a base di pesce e le varietà del crudo. Qualche esempio? Linguine, burro all’alga spirulina, bottarga di tonno, calamari e vongole veraci oppure i Cappelletti al parmigiano Vacche Rosse, astice, il suo brodo freddo e tartufo nero. Ragionata la carta dei vini, ma non solo: all’Hotel Punta Tragara, oltre al sopracitato ristorante Stella Michelin, vale la pena andarci anche solo per l’aperitivo attorno al luccicante pool bar.

Altra esperienza di gusto, di bellezza e con doppia stella, è quella de L’Olivo Restaurant, situato nel Capri Palace Jumeirah ad Anacapri: siamo nel comune più esteso dell’isola, sul versante settentrionale del monte Solaro, la cui vetta è raggiungibile tramite una seggiovia. Un centro storico fatto di vicoletti, terrazze e giardini fioriti, offrono già da sé uno scenario imperdibile. Per il resto, ci pensa Andrea Migliaccio, forte dell’esperienza parigina con Alain Ducasse, porta sull’isola un menù degustazione molto interessante: dai gamberi rossi con caviale, foie gras, mela verde e gin tonic all’Astice blu con riso artemide, mela verde, basilico e finocchi, si ritorna al leitmotiv principale, il Mediterraneo. E così nel piatto si gioca con intrecci di mare, terra e di cotture straordinarie. Nato in epoca Covid, uno spazio “extra” il ristorante, ossia L’Olivo Undiscovered: inaugurato per festeggiare i primi dieci anni da Executive Chef di Migliaccio, questo luogo ha reso accessibile spazi inediti al pubblico. Per esempio, la cantina è stata trasformata in sala ristorante per accogliere gli ospiti - qui, solo 4 tavoli -, che vogliono concedersi un’esperienza intima e dedicata.

La lista dei ristoranti suggestivi per l’offerta gastronomica è ancora lunga: la tradizione secolare dell’accoglienza isolana è infatti fondata su strutture che da lungo tempo si occupano di coccolare e stupire i propri ospiti, non sempre solo turisti stranieri. Non si sottrae a questa premessa l’Hotel Quisisana, che ospita il laboratorio gourmet Rendez Vous Quisisana: una specie di gioielleria del gusto guidata dallo chef Stefano Mazzone. Il ristorante sembra una lussuosa vetrina sulla passeggiata più mondana di Capri. Il suo motto? L’Essenzialità. Esempi? Linguine al peperone di Senise e cacioricotta, Paccheri al ragù napoletano, Carpaccio di aragosta mediterranea, con polpette di pomodoro e melanzane fritte. Segue con armonia la proposta enologica. A due passi sempre dalla famosa piazzetta dove sale la funicolare, trova voce la cucina personale e ragionata di Gennaro Amitrano, chef e patron dell'omonimo progetto gastronomico a Marina Piccola. Il suo punto di forza è la semplicità con cui offre una ristorazione di alto livello: dalla materia prima a idee funzionali come il “Forty Forty”, ossia un menù a 40 euro per gli under 40. Un modo per avvicinare anche i più giovani che vivono l’isola d’estate alla gastronomia “gourmet”.  Il ristorante, prima locale dedicato alla pizza che poi ha preso slancio con il coraggio di Amitrano di mettere nel piatto le sue potenzialità, è gestito in maniera egregia con la moglie, Marianna Vertecchi. Un grande classico della sua cucina da non perdere? Spaghetti aglio, olio, peperoncino, ricci e cacao!

Storici, genuini e instancabili sono i Bagni di Tiberio e i mitici “da”, come Da Gemma de L’Ondine Beach Club, Da Paolino, Da Tonino, dove è di casa una cucina tradizionale, moderna, di buone materie prime che non si dimentica mai di portare a tavola una buona bottiglia di vino. E, se molti chiudono dopo la stagione estiva, alla Piazzetta - Da Gregorio e Luigi, va riconosciuto il merito di non chiudere mai: la sua cucina è quella della “nonna”, ispirata al modus operandi di Peppe Guida.