Bollire l'acqua - Scienza in cucina - Blog - Le Scienze

2022-08-21 07:25:00 By : Mr. Hansen Zhong

Bollire dell'acqua è sicuramente l'atto culinario più semplice che possiamo fare in una cucina, ma non per questo meno interessante dal punto di vista scientifico. Riempiamo una pentola con  tre o quattro litri di acqua fredda del rubinetto e mettiamola a scaldare lentamente sul fuoco. Pian piano la temperatura dell'acqua comincia a salire. Sul fondo della pentola e sulle pareti dopo un po' potremo notare delle piccole bollicine. La temperatura però è ancora troppo bassa perché sia vapor d'acqua. Quelle piccole bollicine sono formate da gas che erano disciolti nell'acqua come azoto, ossigeno e anidride carbonica. Questo fenomeno lo potete osservare anche se non scaldate l'acqua e lasciate che raggiunga la temperatura ambiente spontaneamente. La solubilità dei gas in acqua diminuisce all'aumentare della temperatura -ecco perché le bibite gassate si devono servire molto fredde - e a mano a mano che l'acqua si scalda questi ritornano nella fase gassosa.

Continuiamo a scaldare. L'acqua sul fondo, più vicina al fuoco, si riscalda e per convezione cerca di risalire. L'acqua vicina alla superficie comincia ad evaporare sempre più velocemente, contribuendo a raffreddare la superficie.

Usare un coperchio in questa fase può velocizzare il raggiungimento dell'ebollizione, con un risparmio energetico, perché trattenendo il vapore caldo si riduce la dispersione termica. Possiamo quantificare questa differenza di tempi? Ho provato a fare un esperimento grossolano. Ho preso 4 litri di acqua dal rubinetto (temperatura iniziale 19.5 °C) e ho riempito una pentola che tiene 4,5 litri. Ho messo la pentola sul fuoco (fornello medio, apertura massima) e ho cronometrato quanti minuti servivano per raggiungere varie temperature, sino a 96 °C (quasi all'ebollizione). Le misure sono state effettuate con la pentola senza coperchio e con la pentola con il coperchio. La sonda del termometro pescava circa a metà dell'altezza dell'acqua. Il termometro impediva ovviamente al coperchio di chiudersi completamente e quindi ho provveduto a chiudere con dei fogli di alluminio le fessure, in modo da non lasciar fuggire il vapore.

Potete notare come le differenze tra i tempi aumentino all'aumentare della temperatura, poiché l'evaporazione aumenta e con essa la dispersione di calore nel caso senza coperchio. Ci si mette circa il 14% in più a portare l'acqua a 90 °C e il 20% in più a portarla a 96 °C. Direi che in questo caso può valer la pena usare un coperchio. Se è di quelli a vetro possiamo anche visivamente vedere quando l'acqua bolle senza dover togliere il coperchio per controllare. Ovviamente nel vostro caso, con una fiamma diversa e un contenitore diverso, potreste ottenere dei dati molto diversi. In teoria anche dopo aver buttato la pasta si potrebbe tenere il coperchio, ma come tutti voi ben sapete questo, in men che non si dica, causa il disastro apocalittico sul fornello, con schiuma e acqua da tutte le parti. Meglio evitare

A temperature vicine all'ebollizione si formano delle bolle sul fondo della pentola, qualcuna si stacca per cercare di raggiungere la superficie. Ormai la temperatura del fondo, più alta della temperatura della superficie, è sufficientemente elevata da trasformare, in alcune zone, l'acqua dalla fase liquida a quella gassosa. Le prime bolle che si staccano dal fondo però non riescono ad arrivare in cima. Osservatele bene: a volte sembrano addirittura scomparire del tutto. La loro pressione interna non è ancora sufficientemente elevata da vincere la pressione esterna; mentre salgono la loro temperatura si riduce e il vapore può ritrasformarsi in liquido. Aumentando ancora la temperatura il rimescolamento diventa più vigoroso e le bolle di vapore cominciano a sfuggire dalla superficie. Quando la temperatura dell'acqua raggiunge il punto di ebollizione il vapore si forma non solo sulle pareti della pentola ma anche nel mezzo del liquido e l'acqua bolle vigorosamente.

Una volta raggiunta l'ebollizione la temperatura non aumenta più e rimarrà costante sino a quando l'ultima goccia di acqua si sarà trasformata in vapore. Alzando il fuoco otteniamo, come solo risultato, di aumentare la produzione di vapore senza velocizzare la cottura dei cibi eventualmente immersi perché la velocità di cottura dipende dalla temperatura. A questo punto conviene, per non sprecare inutilmente gas, ridurre il fuoco al minimo indispensabile per mantenere la temperatura desiderata.

Ma a che temperatura bolle l'acqua pura? Al livello del mare a 100 °C, tuttavia il punto di ebollizione è influenzato dalla pressione atmosferica, che diminuisce con l'altitudine. Chi ha cucinato in alta montagna sa che il cibo cuoce più lentamente perché l'acqua bolle a temperature inferiori. Grossolanamente il punto di ebollizione diminuisce di un grado ogni 300 metri di altezza sul livello del mare. In un rifugio a 3000 metri quindi l'acqua bollirà a 90 °C. Meglio procurarsi una pentola a pressione! Aumentando la pressione infatti otteniamo l'effetto opposto: la temperatura di ebollizione aumenta. Il coperchio a tenuta della pentola a pressione impedisce al vapore di sfuggire. Accumulandosi sopra il liquido il vapore aumenta la pressione che agisce sull'acqua, spostando il punto di ebollizione a valori più alti. In realtà in una pentola a pressione l'acqua non bolle mai: raggiunti circa i 120 °C  e una pressione doppia di quella atmosferica scatta la valvola di sicurezza. Raggiungendo temperature più elevate i cibi cuociono prima.

In realtà misurare con precisione e accuratezza il punto di ebollizione dell'acqua è tutt'altro che semplice, e ci volle tempo, nei secoli, prima di poter sviluppare le tecniche sperimentali adatte per poterlo misurare bene. L'ebollizione dell'acqua infatti è influenzata molto dalle impurezze contenute e dall'apparato sperimentale. Anche prendendo dell'acqua bidistillata purissima ci sono sempre dei gas disciolti. Le bollicine di vapore si sviluppano più facilmente se ci sono delle imperfezioni nel contenitore, piccoli graffi o rugosità, oppure se ci sono delle sostanze disciolte. Altrimenti può accadere che l'acqua superi il punto di ebollizione ma rimanga allo stato liquido perché le bollicine non riescono a formarsi. È possibile portare l'acqua liquida anche a vari gradi sopra i 100 °C (il mio record è 105 °C). Attenzione però che non appena l'acqua viene disturbata, ad esempio immergendo una forchetta o gettandovi del sale, si formano istantaneamente delle enormi bolle e si trasforma in vapore in modo che può essere anche esplosivo.

Si può osservare questo fenomeno riempiendo una pentola d'acqua abbastanza capiente (io ne uso una da 4,5 litri). Niente sale, ed è importante che non sia graffiata o daneggiata. Se è nuova è meglio. Portate all'ebollizione l'acqua a fuoco vivo e poi spegnete il fuoco, coprendo con un coperchio. Aspettate qualche ora, in modo da raffreddare un po' l'acqua, che ora avrà pochissimo gas disciolto e quindi sarà più difficile formare le bollicine di vapore. Ora togliete il coperchio, accendete il gas e tenetelo al minimo senza disturbare l'acqua. Non mescolate. Pian piano la temperatura salirà, ma avvicinandosi al punto di ebollizione se la superficie interna della pentola è sufficientemente liscia non dovreste vedere tante piccole bollicine bensì la formazione di poche grosse bolle improvvise ogni tanto. E' possibile superare anche i 100 gradi ma solamente se la pentola è molto liscia e senza imperfezioni, altrimenti lasciate perdere . Attenzione, superato il punto di ebollizione non appena si immerge il termometro per misurare la temperatura l'agitazione causa una trasformazione istantanea di acqua in vapore.

FATE QUESTO ESPERIMENTO CON MOLTA ATTENZIONE E SOLO SE SIETE ASSOLUTAMENTE CONSCI DI QUELLO CHE STATE FACENDO

Questo, tra l'altro, è quello che succede scaldando troppo a lungo dell'acqua in un forno a microonde in un recipiente liscio, ad esempio di plastica resistente. L'acqua non è perturbata e se irradiata troppo può superare i 100 gradi senza trasformarsi in gas. Ma se immergiamo il cucchiaino ecco che con violenza si formano le  bolle di gas, esplodendo. Molte persone sono finite ustionate all'ospedale in questo modo per cui attenzione! Guardate questo video

Anche l'aggiunta di sale all'acqua aumenta il suo punto di ebollizione (si parla di innalzamento ebullioscopico). Tuttavia per aumentare di un grado un litro di acqua si debbono aggiungere ben 58 grammi di sale da cucina, quantità ben superiori a quelle utilizzate in cucina (solitamente 5-10 grammi per litro), per cui a tutti gli effetti pratici l'aggiunta del sale in cucina non aumenta apprezzabilmente il punto di ebollizione. Questo effetto si può osservare non solo con il sale ma con qualsiasi altra sostanza disciolta, anche se l'innalzamento può essere diverso a parità di grammi di sostanza aggiunta.  Ho assistito a discussioni interminabili se sia preferibile aggiungere il sale all'acqua della pasta a freddo o quando l'acqua è già all'ebollizione. In realtà, da questo punto di vista, la scelta è praticamente ininfluente rispetto ai tempi necessari per portare all'ebollizione. Io la salo prima per evitare di dimenticarmi.

Quando l'acqua ha raggiunto la temperatura di ebollizione se buttiamo del sale la vedremo ribollire più vigorosamente. Questa osservazione può aver generato il mito che aggiungere il sale all'acqua accelera l'ebollizione. In realtà quello che accade è che i cristalli di sale agiscono da "centri di nucleazione", cioè aiutano la formazione delle bolle, che, come detto sopra, hanno bisogno di un "appiglio" per formarsi una volta raggiunta la temperatura di ebollizione. Una volta una studentessa mi raccontò che nella sua famiglia gettavano nella pentola un poco di bicarbonato per accelerare l'ebollizione. Quello che si osserva in realtà è la decomposizione termica del bicarbonato, con emissione di anidride carbonica. Ancora una volta l'ebollizione non viene accelerata.

Una versione più breve di questo articolo è stata pubblicata su Le Scienze di Settembre 2009

@Fabio Allora le pentole che vanno sui fornelli a induzione ci avvelenano?

Ex commesso le pentole idonee per essere usate su piastre ad induzione sul fondo hanno un sandwich composta da uno stato esterno del materiale relativo alla pentola un secondo strato in acciaio al carbonio e quindi la pentola stessa la pentola può essere in alluminio con rivestimento antiaderente od in acciaio 18/10, le pentole in ghisa rivestita sono idonee alle piastre naturalmente Esistono inoltre pentole in ferro che personalmente uso per cotture eccezionali, prima di conoscere Dario non sapevo perchè rosolassero cosi bene, adesso grazie a lui so della reazione di Maillard e ti giuro che sull'induzione hanno una resa spettacolare Sulle pentole cromate mi riferivo a prodotti normalmente a basso costo "cinesi", ma che a volte i negozi spacciano per inox, lo dico per esperienza diretta avendo a suo tempo acquistato un bollilatte da 150cc per cuocere la pasta e dopo un po di tempo ho trovato il fondo arrugginito, logicamente parte del cromo che si sciolto me lo sono mangiato, per cui acquistare le pentole inox solo dopo prova calamita

domanda di storia , sai dirmi quando gli uomini hanno comiciato a far bollire l'acqua a scopo di disinfettarla?

Grazie e complimenti per tutto il lavoro di divulgazione che fai

Due giorni fa bolliva l'acqua nella pentola. Era presto per versare la pasta ed ho aggiunto un bicchiere di acqua dal rubinetto per aumentarne la dose. In un attimo, erovicinaai gornelli, ho sentito un botto violento, terrore e dolore fortissimo, pentola ribaltata, tutta l'acqua sulla gamba, sono finita al pronto o soccorso dovemi hanno curato e diagnosticato un'ustione di secondo grado! L'acqua di Roma è molto calcare, potrebbe essere la causa dell'esplosione o è stata l'aggiunta del bicchiere d'acqua fredda? Grazie per l'ascolto!

l'acqua che c'era già nella pentola era del rubinetto?

Bernadetta, lei ha (involontariamente) prodotto nella sua pentola dell'acqua superriscaldata. Quando l'ha "disturbata" col goccetto di acqua aggiunto è "scoppiata", come e perché spiega Bressanini qui sopra.

Credo che il forno a induzione sia il più inefficiente dal punto di vista energetico. Io uso ancora quello a gas. Il problema del sale in bollitura si risolve facilmente eliminando quasi totalmente il sale. Il palato si abitua e i sapori risaltano meglio.

Quando si dice, per esempio per congelare i funghi, fare bollire per due minuti significa che i due minuti decorrono da quando immergo i funghi in acqua bollente oppure da quando ricomincia la bollitura? Grazie

Gigio, se non si hanno patologie gravi che lo necessitano, cucinare senza sale è una minkiata assoluta.

Gatto, è paradigmatico il tuo esempio di lecita curiosità scientifico/culinaria che parte da un presupposto discretamente vago "a quanto si dice", per dichiarare poi però un perentorio "2 minuti". Direi che vale la pena di prendere la questione cum grano de sale, per restare in tema con Gigio, e capire che è la scottatura dei funghi che è necessaria*; poi il rapporto peso dei funghi/peso dell'acqua bollente che determina il raffreddamento del minestrone (di quanto? per quanto? etc) certamente c'entra, ma direi che quel ritardo di ri-bollitura, entro proporzioni e tempi ragionevoli - non metti 5 kg di funghi a scottare in un litro d'acqua, io penso - cambi poco e nulla. Quindi un paio di minuti, o tre, vanno benissimo in ogni caso, e senza guardare troppo le bolle.

* i funghi, parlo dei boleti, ma questo vale anche per le qualità meno note e/o pregiate, vanno assolutamente congelati affettati e previa scottatura, e assolutamente messi in padella ancora congelati onde evitare l'apparizione di quel saporino osceno di rancido/acido/ossidato tipico dei piatti preparati nelle bettolazze gestite da babbei che si improvvisano cuochi.

Yopenzo Non eliminare totalmente. Usare il minimo sale indispensabile tenendo conto che molti condimenti a base di pomodoro sono già salati. Tre o quattro pizzichi di sale in un pentolino per due, per intenderci. E guai a mettere il sale nelle minestre di verdure.

Riguardo ai funghi, preferisco quelli comuni, che trovo surgelati col nome generico di champignon (cioè funghi in lingua originale), a quelli più pregiati. Li cuocio semplicemente al vapore. Mi piace l’abbinamento coi fagioli, sempre surgelati, e qualche verdura di stagione. Niente sale. Molto prezzemolo fresco.

Lo sai, spero, che senza sale corri grossi rischi di salute, io che per natura porta i sali bassi e logicamente non posso strasallare i cibi ogni tanto inghiotto dei grani di sale, se non altro e l'unico integratore che non mi costa, ascolta Yo che è un saggio

Fabio, del saggio non me l'aveva mai dato nessuno, ma direi che per girare al largo dagli champignon al vapore e dalle minestre di verdure senza sale è sufficiente essere normodotati. In fatto di saggezza.

Stavolta faccio il Yopenzo pure io... ma come cavolo si fa ad avere come funghi preferiti gli champignon e pure cotti al vapore e senza sale? Meglio un giro dentro alla Vergine di Norimberga, davvero!

https://primochef.it/funghi-al-vapore/cucina-naturale/

Ben, che cosa c'è di strano?

eh, la cucina naturale è importante - a questo proposito si segnala l'arrosto di orso morto nell'incendio forestale e mangiato ancor fumante, a torso nudo o in canottiera di lana di pecora, al massimo - che in quella artificiale ci mettono il sale, i disgraziati.

"Se i porcini sono più carnosi e robusti, gli champignon sono più leggeri e dal gusto più delicato e dolce".

Continua su: https://primochef.it/ricetta-funghi-trifolati/ricette/

Lo dice lo chef eh, non io.

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/sale-meno-di-5-grammi-al-giorno-per-proteggere-il-cuore

Qui raccomandano meno di 5 grammi al giorno. Ma si sa, non c'è bisogno di andare a cercare chissà dove. Te lo dice anche il tuo medico quando vede la pressione un pò alta. Quasi tutti a una certa età hanno piccoli o grandi problemi di ipertensione. Tra l'altro il pane con cui si accompagnano i contorni è di solito molto salato. Quindi basta quello.

Ah beh! Se lo dice lo chef...

(So per certo che esistono personaggi che se gli proponi polenta e funghi e al posto dei porcini trovano gli champignon ti crocifiggono a testa in giù. Chef permettendo o meno.)

Sono dei feticisti. Esagerano. A me i porcini non piacciono particolarmente ma non crocefiggerei nessuno se me li portassero assieme alla polenta.

in effetti Gigio non hai tutti i torti. Il tuo ragionamento sul feticismo culinario, o più blandamente e oggettivamente sulle mode e conseguenti fescionvictims, come direbbe il mago Foresta, non è del tutto astruso, però casca sul tuo soggettivismo: se posso consigliarti, in un contesto para-scientifico è meglio provare a sostenere le proprie tesi in generale più che sul caso particolare.

A questo proposito il caso del tartufo, o del caviale, o della gamba di porcello invecchiata 70 anni che li paghi di bestia ed è così e basta fanno scuola. È anche vero che nessuno ti obbliga all'acquisto, specialmente se hai diritto al reddito di cittadinanza.

In ogni caso nulla, ma proprio nulla, autorizza un paragone giustificativo tra champignon e boleti, che se no vale la pena di mettere il ketchup sulla pastasciutta e buona lì.

Attenzione però a non fare confusione tra gusto e lessico: a qualcuno può anche piacere la polenta con A. bisporus o lo spaghetto con la salsa rosa ma se (almeno in nordItalia ) offro una polenta con i funghi e il cliente se la trova con A. bisporus, sicuramente mi crocefigge a testa in giù . E champignon(s) non vuole dire fungo/i in lingua "originale" ( e che lingua sarebbe poi? ), se mai in francese (e la cosa potrebbe aprire un discorso infinito su cultura, tradizione, locale/globale ... ).

Mi ricordi delle tizie bresciane conosciute in vacanza in Sardegna qualche anno fa, che sostenevano che quando si va a funghi si raccolgono solo i porcini mentre a tutto il resto “noi gli diamo un calcio”...no ma voglio dire finferli, trombette, bartolane, ecc dateli pure a me se non vi piacciono...Vi lascio immaginare le loro facce quando il proprietario dell’agriturismo nell’oristanese gli ha mostrato le foto di certi porcini enormi raccolti in zona (suppongo salvati dalle grinfie dei cignali, finiti anche loro debitamente nel piatto) che le note fungare bresciane so-tutto-io-del-regno-dei-funghi si sognavano 😂😂

PS. Qualcuno ha fatto degli esperimenti e dimostrato (pare) che è praticamente impossibile stracuocere i funghi (o quantomeno che hanno una resistenza alla cottura quasi senza rivali in natura): https://youtu.be/XLPLCmwBLBY

Coletti Il termine champignon non è di origine francese? Se poi nel nord italia uccidono per i funghi io me ne sto al centro nord. Dove c'è gente più tollerante.

Datemi pure dello strambo (quanto meno e per essere buoni) ma a me i porcini non piacciono ... Del tipo che se non c'è altro mi adatto, ma se posso scelgo altro di meglio. Qualche sera fa, per esempio, finferli col tofu: favolosi. Ma anche le trombette da morto sono molto meglio dei porcini, sia in risotto sia con le scaloppine o, banalmente, sopra un bel letto di polenta.

Coletti, mannaggia, trovami in solo sito italiano dove si trovi scritto gli champignons. È un termine oramai italianizzato. Pure sulla busta del supermercato trovi scritto funghi champignon e non è che dentro ci sia un solo fungo.

In italiano gli champignon(s) sono i funghi coltivati. Come gli shitake d'altronde, che da freschi sono ottimi cotti in padella trifolati, delicati e molto migliori a mio parere degli champignon(s).

E certo che ci sono funghi, conosciuti o meno, buoni quanto o forse anche più dei porcini. Gli è che spesso sono dei lamellati, e chi non se ne intende diffida giustamente, perché è alquanto sciocco farsi una bella padellata di amanite falloidi convinti che siano prataioli.

Va bene Gi, non dare troppo peso alle mie battute. Se per te Champignon è una parola italiana invariante nel numero (in quanto forestierismo) "originata" dal francese champignon, me ne farò una ragione. In effetti è un fenomeno diffuso: anche curriculum è una parola italiana che al plurale fa curricoli ( Le "faccine" uno le mette per qualche motivo, non perchè non sa che tasti pigiare in attesa che arrivi un'idea sensata !) .

Luca, a me è successo qualcosa di simile una trentina di anni fa quando, accompagnato da un forestale, stavo ispezionando un bosco nell'Appennino Emiliano. La guardia, notando che ogni tanto mi chinavo a raccogliere qualcosa per riporla nello zaino, mi chiese se avessi il tesserino per i funghi.No, non lo avevo e quindi dissi alla guardia che non sapevo della necessità del tesserino e proposi, per non metterla in imbarazzo, di gettare quanto raccolto. Posai lo zaino su un tronco e cominciai ad estrarre le russule che avevo raccolto. Quando le vide mi disse:" ma no, quelle le può tenere, non sono mica funghi!"

Corrado, uno è libero di avere i gusti che vuole, per carità! Ma anche il fatto che "rovini" dei finferli con il tofu... inizia a preoccuparmi per la deriva culturale e gastronomica del "nuovo che avanza..."

Coletti, che dire ... Fa parte del prezzo della pace coniugale ... Avrei preferito risotto o polenta: per la seconda non c'erano i tempi tecnici; mia moglie non mangia (e per la proprietà transitiva del matrimonio nemmeno io) risotto la sera. L'alternativa era cucinarli e congelarli, ma non abbiamo trovato un accordo su come procedere, quindi abbiamo optato per cenare con loro, visto che erano freschi appena colti da un mio amico in una zona abbastanza "incontaminata". Sempre per la cronaca, il tartufo non mi piace proprio: l'ultima volta che siamo andati a mangiar tartufi a Montona (al confine tra Slovenia e Croazia, a due passi da Trieste) mi veniva quasi da vomitare al secondo boccone di pappardelle ...

I champignon che tu citi non sono altri che i prstaioli, infatti in natura li trovo di ben altre dimensioni in mezzo ai prati e il loro sapore e consistenza e ben diversa dai coltivati In natura esistono tanti di quei funghi commestibili dal sapori e consistenze diverse dov'è il povero campinon fa la figura, e questo piacerà a Yo, della sardina in mezzo al mar di pesci più buoni Personalmente non sono un micologo, ma ho la fortuna di averne uno tra i mie amici che è così innamorato dei funghi d'aver perso la moglie per loro, cioè la moglie lo cornificava tanto la trascurava Se ti capitasse di mangiare un risotto fatto con gambe secche non faresti mai più cambio con uno al tartufo, peccato che per raccogliere un chilo di questi mini funghi impieghi una mattina e del funghetto usi solo la testolina

https://ilfattoalimentare.it/funghi-freschi-secchi-origine.html

A meno che non si viva a ridosso dei boschi i funghi che si consumano prevalentemente sono quelli che si trovano al supermercato. Ma come si legge dall'articolo che ho messo sopra, scordiamoci pure il fungo raccolto in Italia. Io vado a buste surgelate, c'è quella con gli champignon e quella con porcini chiodini ecc. Io non diventerei matto per i funghi come ha fatto il tuo amico. Ogni tanto li mangio volentieri, e nulla più.

Domanda: c'è chi utilizza il bollitore a resistenza (quello comunqmente usato per prepararsi un tè) per far bollire più velocemente l'acqua della pasta. Questo implica un aumento del consumo energetico o no? Immagino che l'energia necessaria a portare l'acqua ad ebollizione sia sempre la stessa, però sicuramente l'efficenza rispetto alla cottura a gas (o ad induzione) è differente... Qualcuno ha dei dati in proposito?

Quando si fa bollire acqua del rubinetto, il calcio rimane in fondo alla pentola o evapora?

Il calcio non evapora ... Non ci sarebbero le Dolomiti (la dolomia è un carbonato di calcio e magnesio), il Carso Triestino e altre strutture geologiche fatte principalmente di calcare, altrimenti. Non ci sarebbe nemmeno il marmo, se il calcio evaporasse.

Per la precisione, nell'acqua di rubinetto ci sono molti altri ioni positivi (e negativi) oltre al calcio, a seconda di dove è prelevata; quando evapora tutta l'acqua, restano lì nella pentola.

Se il calcio evaporasse non avremmo problemi con gli scambiatori di caldaie, lavatrici e bollitori 😉

È vero che bollire l'acqua potabile a lungo o due volte causa concentrazioni di sostanze pericolose e dannose per la salute?

Giancarlo, dipende daquanta è l'acqua e da quanto dura "a lungo" . In ogni caso, benchè sia impossibile generalizzare, direi che è un rischio abbastanza remoto concentrare sostanze tossiche dall'acqua potabile nelle "normali" condizioni di utilizzo

ciao! sono giunto a questo interessante articolo perchè mi ponevo una curiosità sul fenomeno dell'ebollizione dell'acqua che tuttavia non sono riuscito ancora a chiarire ed è la seguente:

perchè nonappena si spegne la fiamma, quando l'acqua è a temperature prossime all'ebollizione, si nota che evapora in modo brusco e molto evidente mentre quando la si riaccende sembra tornare in tensione e il vapore dimuisce di nuovo la sua visibilità? Complimetenti per l'articolata spiegazione e un cordiale saluto.

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Qualcuno si è divertito a creare tanti nomignoli usando i nomi degli abitue Divertimento innocuo per gente deficente

E poi ci sono io che le prime volte che ho usato L acqua gassata per la pasta mettevo la pasta praticamente subito convinta che bollisse 🤦🏼‍♀️Poi ho capito ...

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Quattro chiacchiere su alimentazione e chimica

Un esperimento con liquidi ed emulsioni

Gelato OGM. Ma quando mai! Anche il formaggio allora…

Miti culinari 6: lo zucchero veleno bianco

Le ricette scientifiche: la pita all’acqua gassata

Bicarbonato, lievito chimico o baking soda?

Il finto scoop di Striscia la Notizia

Saluti (gastronomici) dalla città eterna, con tanto di (a)matriciana

Miti culinari 5: le virtù dello zucchero di canna

Sulle proprietà endocroniche della Tiotimolina risublimata

Il bollito non bollito di Massimo Bottura

OGM: le ragioni di chi dice no

Il poeta e lo scienziato

Gastronomia darwiniana. Se è speziato, un motivo c’è

Le difficolta' del pane biologico

Il vino di Luca Pacioli

Le ricette scientifiche: il pollo Teriyaki

OGM: il ritorno di Schmeiser

Le ricette scientifiche: il maiale alla birra

Il glutine: chi lo cerca e chi lo fugge

Miti culinari 4: il cucchiaino nella bottiglia

Le ricette scientifiche: lo spezzatino base

Il buon latte crudo di una volta

Gli Ogm NON sono sterili, passando da Vandana Shiva (e Veltroni) a Nanni Moretti

BioWashBall, birra e l'esperimento di controllo

Pentole e Provette, la chimica ai fornelli

Che cos'e' lo zucchero invertito

Il Ministro Gelmini e Nature (contro i concorsi)

Il Fruttosio, lo "zucchero della frutta"

1934: sigillatura della carne e riviste d'annata

Ricette letterarie: il risotto di C. E. Gadda

Le ricette scientifiche: il guacamole

Ig Nobel italiano per il suono delle patatine

Monsanto contro Schmeiser, l'agricoltore "contaminato" dagli OGM

Le ricette scientifiche: la granita (algebrica)

Il diagramma di fase della granita

Il buco nero al CERN e la noce moscata

Chimica (e ricette) in versi

Le ricette scientifiche: il cioccolato Chantilly

Le ricette scientifiche: la panna montata

Contro la "spesa a chilometri zero

Requiem per una formula. Dramma in sei atti con sei personaggi

Vino al veleno e velenitaly, reprise

Un economista al (super)mercato

Chiarificare l'impossibile con i filtri molecolari

Non si butta via niente 2

Le ricette scientifiche: la carbonara

Miti culinari 3: la sindrome da ristorante cinese

Le ricette scientifiche: le meringhe

Miti culinari 2: il sale per montare gli albumi

La dolce neve della cucina

Quando Nature si occupa dell'Italia

Non si butta via niente

Mais, Micotossine e le "Precauzioni"

Al sangue, media o ben cotta?

Superboy e la camera a nebbia

Un uso alternativo per la Ketchup

Miti culinari 1: la sigillatura della carne

Il segreto di una buona bistecca (ma non solo) si chiama Maillard

L'OGM che non é mai esistito

Sei diventato Nero, Nero, Nero...